I Canti: evoluzione e struttura
I Canti di Leopardi prendono forma gradualmente attraverso varie pubblicazioni. Inizialmente compone dieci canzoni (1818-1823) pubblicate a Bologna nel 1824, seguite nel 1826 da una raccolta intitolata "Versi" che include sei componimenti chiamati "idilli". Solo nel 1831 a Firenze riunisce questi lavori sotto il titolo definitivo di "Canti", ampliati nell'ultima edizione del 1845 curata dall'amico Antonio Ranieri.
Le prime Canzoni (come "All'Italia" e "Ad Angelo Mai") riflettono il pessimismo storico leopardiano con tematiche civili e toni polemici contro l'epoca contemporanea. Hanno struttura classica e petrarchesca, ma con innovazioni in componimenti come "Il Bruto minore" e "L'ultimo canto di Saffo", dove il poeta affida il discorso a personaggi antichi suicidi, anticipando l'idea di un'infelicitร umana non solo storica ma esistenziale.
Gli Idilli (come "L'infinito", "Alla luna", "La sera del dรฌ di festa") rappresentano invece una svolta nella poetica leopardiana. Il termine "idillio" (dal greco "eidyllion", "quadretto") viene reinterpretato dall'autore come espressione dei "sentimenti, affezioni, avventure storiche del suo animo". Questi componimenti hanno carattere piรน intimo, autobiografico e un linguaggio piรน colloquiale e semplice rispetto alle canzoni.
๐ก Curiositร : Mentre l'idillio nella tradizione classica (da Teocrito) rappresentava un mondo pastorale idealizzato, in Leopardi diventa uno spazio di esplorazione interiore. Ogni paesaggio, ogni scena naturale รจ funzionale all'espressione del mondo emotivo del poeta.