"Chi è questa che vèn, ch'og'om la mira"
Il sonetto si apre con una domanda che esprime lo stupore universale di fronte all'apparizione della donna. Tutti la guardano con meraviglia, ammutoliscono e sospirano come di fronte a un miracolo.
L'unico elemento descrittivo della donna è la sua luminosità - "fa tremar di chiaritate l'âre". Cavalcanti non descrive fisicamente la figura femminile, ma si concentra sugli effetti che produce. La seconda quartina introduce il tema dell'ineffabilità: la natura della donna è impossibile da definire a parole.
Le terzine sono piene di negazioni che sottolineano questa impossibilità di conoscenza. Il linguaggio passa dai verbi d'azione delle quartine (mira, sospira) ai sostantivi filosofici delle terzine (vertute, salute, canoscenza). Lo schema metrico è particolare: rime incrociate nelle quartine (ABBA) e invertite nelle terzine CDE/EDC.
Tecnica stilistica: L'uso delle negazioni e delle domande retoriche esprime l'impossibilità di comprendere razionalmente la natura femminile.