La visione laica della realtà di Machiavelli e Guicciardini
Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini emergono come figure emblematiche del Rinascimento italiano, entrambi originari di Firenze e profondamente influenzati dalla cultura umanistica laica. Nonostante la loro reciproca stima, questi due intellettuali svilupparono concezioni radicalmente diverse della storia, della realtà e dell'animo umano.
Machiavelli è universalmente riconosciuto come il fondatore della scienza politica moderna, avendo concepito la politica come una disciplina autonoma, svincolata da considerazioni religiose o morali e basata sull'osservazione empirica della realtà, o come lui la definisce, la "verità effettuale". Anche Guicciardini adotta un approccio laico e razionale alla realtà, ma le similitudini tra i due pensatori si fermano qui.
Highlight: La concezione della storia per Machiavelli si basa sul principio umanistico dell'importanza dello studio e dell'imitazione dei classici. Per lui, la storia è una fonte inesauribile di esempi che possono fungere da modelli per il presente, in quanto governata da leggi immutabili e ricorrenti.
Quote: "Historia magistra vitae" Lastoriaeˋmaestradivita - questo motto latino riassume perfettamente la visione di Machiavelli sulla storia.
Al contrario, Guicciardini manifesta un profondo scetticismo verso questa concezione. Egli ritiene che la storia sia troppo variegata e instabile per offrire insegnamenti universalmente validi o modelli di vita replicabili. Secondo Guicciardini, l'individuo deve piuttosto fare affidamento sulla propria "discrezione" dallatino"discernere",ovveroscegliere,distinguere per valutare razionalmente le singole situazioni e prendere decisioni vantaggiose per il proprio "particulare Guicciardini", che si identifica con la buona reputazione, la difesa della dignità e dell'onore personale.
Vocabulary: Particulare: Nel pensiero di Guicciardini, il "particulare" rappresenta l'interesse individuale, contrapposto all'interesse generale o collettivo.
La divergenza più marcata tra i due pensatori si manifesta nella loro concezione della fortuna e della virtù. Per Machiavelli, la fortuna influenza solo parzialmente le vicende umane e può essere, almeno in parte, controllata dalla virtù. Guicciardini, invece, sostiene che la virtù sia impotente di fronte alla fortuna, capace di sconvolgere qualsiasi progetto o azione umana.
Definition: Virtù e fortuna Machiavelli: Per Machiavelli, la virtù non ha connotazioni religiose o morali, ma si riferisce alla capacità del principe di agire per preservare e rafforzare lo stato, anche ricorrendo ad azioni moralmente discutibili se necessario.
Example: Nel "Principe", Machiavelli sostiene che un governante non debba esitare a compiere atti moralmente riprovevoli, fino all'assassinio, se questi sono finalizzati al bene dello stato.
Riguardo alla natura umana, Machiavelli parte dal presupposto che l'animo umano sia intrinsecamente malvagio. Di conseguenza, ritiene che il compito del principe sia quello di tenere a bada il popolo con ogni mezzo necessario, inclusi la paura, la violenza e l'inganno. Guicciardini, al contrario, sostiene che gli esseri umani siano naturalmente più inclini al bene che al male, e che scelgano il male solo a causa della fragilità della natura umana e delle frequenti tentazioni.
Nonostante possa sembrare che Machiavelli sia il più cinico tra i due, in realtà è Guicciardini a rappresentare più compiutamente la crisi dei valori rinascimentali. Con il suo scetticismo nei confronti della storia e la sua teoria del "particulare", Guicciardini nega il motto umanistico dell'"homo artifex sui" l′uomoarteficedisestesso, affermando che la vita umana è in balia della fortuna.
Machiavelli, invece, non solo mantiene la fiducia umanistica nella storia come "magistra vitae", ma si spinge oltre, coltivando un'utopia: il sogno di un'Italia unita e libera dal dominio straniero, guidata da un principe ideale capace di risollevare le sorti di una nazione "senza capo, sanza ordine, battuta, spogliata, lacera".
Highlight: Il confronto tra Machiavelli e Guicciardini oggi rimane di grande attualità, offrendo spunti di riflessione sulla natura del potere, sul ruolo dell'individuo nella società e sul rapporto tra etica e politica.
