La vita di Giovanni Pascoli
Nato nel 1855 a San Mauro di Romagna, Pascoli vive una tragedia familiare devastante che segnerà per sempre la sua poesia. Nel 1867, quando ha solo 12 anni, il padre viene assassinato misteriosamente - un evento che diventerà il simbolo della crudeltà del mondo nella sua opera.
La famiglia si disintegra rapidamente: muoiono la madre, due fratelli e una sorella. Giovanni si ritrova solo a prendersi cura delle sorelle minori, sviluppando un attaccamento morboso verso di loro. Quando la sorella Ida si sposa nel 1895, lui e Maria lo vivono come un tradimento.
Nonostante tutto, riesce a laurearsi e diventare professore universitario. Muore nel 1912, dopo aver pubblicato le sue opere più importanti negli ultimi anni di vita.
💡 Da ricordare: I lutti familiari non sono solo biografia, ma diventano il cuore della sua poetica!
Il simbolo del nido
Per Pascoli il nido familiare rappresenta l'unico posto sicuro al mondo. È un'immagine simbolica che ritorna costantemente nelle sue poesie, contrapposta al mondo esterno freddo e ostile.
Il poeta rifiuta qualsiasi relazione al di fuori della famiglia, creando un ideale di vita chiusa e protetta. Questo isolamento volontario diventa sia rifugio che prigione emotiva.
Le tecniche innovative: fonosimbolismo e onomatopea
Pascoli rivoluziona il linguaggio poetico usando il fonosimbolismo - parole che suggeriscono emozioni attraverso il suono stesso. L'onomatopea diventa uno strumento fondamentale: "chiù", "tic-tac" non sono solo suoni, ma portatori di significato profondo.