La natura e i Canti
Il rapporto di Leopardi con la natura evolve nel tempo: da giovane la idealizza come rifugio dalla sofferenza, poi la vede come simbolo dell'assurdità dell'esistenza, infine riconosce la sua capacità di offrire momenti di consolazione nonostante tutto.
I Canti sono la sua raccolta poetica principale, composta durante tutta la vita con continue revisioni. Include opere celebri come L'Infinito, Alla luna, La Ginestra, utilizzando forme diverse (odi, elegie, idilli) per esplorare solitudine, morte, amore e filosofia.
L'Infinito è emblema della modernità perché rompe con la tradizione associando l'infinito all'esperienza umana anziché al divino. Sfida le certezze razionali e rappresenta il vuoto esistenziale tipico della condizione moderna.
Il componimento mostra come un limite fisico (la siepe) scateni l'immaginazione verso l'infinito spaziale e temporale, dimostrando che dalla limitatezza nasce il bisogno di superare ogni confine.
Tecnica poetica: Nell'Infinito Leopardi usa endecasillabi sciolti (senza rima) per rappresentare l'abbattimento di ogni limite, anche metrico.