Lo Zibaldone e la poetica leopardiana
Ti è mai capitato di tenere un diario dove annoti pensieri, riflessioni e stati d'animo? Lo Zibaldone è proprio questo: un diario intellettuale che Leopardi scrive dal 1817 al 1832. Il nome significa "mescolanza di cose diverse" perché contiene argomenti di ogni tipo.
Qui Leopardi elabora le sue teorie più importanti. Secondo la teoria del piacere, l'uomo desidera sempre una felicità infinita che non può esistere. Per non cadere nella noia e nella frustrazione, usa l'immaginazione.
La poetica del vago e indefinito è geniale: immagini come siepi, torri, tetti che impediscono la vista oltre stimolano la fantasia. Anche i suoni vaghi - voci lontane, versi di animali - aiutano a immaginare ciò che non si può vedere.
La poetica della rimembranza funziona così: le immagini e i suoni ci riportano alle sensazioni dell'infanzia, quando eravamo felici o almeno ci illudevamo di esserlo. Per Leopardi, gli antichi erano come bambini: puri, fantasiosi e capaci di creare poesia densa di immagini suggestive.
Punto chiave: Il vago e l'indefinito stimolano l'immaginazione meglio di descrizioni precise e dettagliate.