Il pensiero filosofico: la Teoria del Piacere
Il pensiero di Leopardi parte da un'idea geniale ma devastante: la Teoria del Piacere. Secondo lui, tutti noi identifichiamo la felicità con il piacere materiale e sensibile, e tutti cerchiamo di essere felici. Il problema? Noi non vogliamo "un" piacere, ma "IL" piacere - vogliamo godere per sempre.
Siccome tutti i piaceri che sperimentiamo sono finiti e limitati, l'uomo è necessariamente infelice. Viviamo in un continuo senso di insoddisfazione, alternando brevi momenti piacevoli a lunghi periodi di dolore o, nella migliore delle ipotesi, di noia.
Da questa base, Leopardi sviluppa tre fasi del suo pensiero:
Pessimismo Storico (prima del 1824): L'infelicità colpisce solo gli uomini moderni. La Natura, vista come madre benevola, ci ha dato l'immaginazione per consolarci, ma noi moderni l'abbiamo abbandonata per la ragione.
Pessimismo Cosmico (dal 1824): Leopardi capisce la contraddizione - se la Natura ci fa desiderare la felicità ma ce la nega, non è una madre benevola ma una matrigna crudele. L'infelicità colpisce tutti gli esseri viventi.
💡 Attenzione: Questa evoluzione del pensiero è fondamentale per capire come Leopardi passi dall'accusare la civiltà moderna all'accusare l'esistenza stessa.