L'Ermetismo è una delle correnti letterarie più importanti del primo Novecento. Il termine ermetismo deriva da Ermete (o Mercurio), dio delle scienze occulte e misteriose, ed è stato utilizzato per la prima volta in senso dispregiativo dal critico Francesco Flora, che nel 1936, in un'opera intitolata "La poesia ermetica", definì la nuova poesia del '900 come "ermetica", ovvero chiusa, oscura, misteriosa e di difficile interpretazione e codificazione. Questo avviene in un periodo storico difficile e tormentato dalle esperienze negative delle guerre mondiali e del fascismo, in cui il poeta è visto come un individuo solitario, distaccato dalla realtà, simbolo di una certa emarginazione e di un certo rifiuto o disprezzo nei confronti di un pubblico vasto.
Caratteristiche dell'Ermetismo
Alla base delle scelte poetiche dei poeti ermetici ci sono due esigenze sostanziali: liberare le parole, in particolare il lessico poetico, dalla manipolazione politica e dagli slogan del regime, e recuperare la capacità della parola poetica di evocare ricordi, emozioni e stati d'animo per indagare e svelare gli aspetti più misteriosi e ignoti della realtà. Questa esigenza porta gli ermetici a eliminare dalla costruzione del testo poetico i legami logico-discorsivi per associare le frasi sulla base di analogie che talvolta risultano di difficile comprensione. I poeti ermetici si riuniscono intorno a due riviste fiorentine: "Il frontespizio" e "Campo di Marte". Tra gli altri ricordiamo Alfonso Gatto (1909-1976), Salvatore Quasimodo e Mario Luzi (1914-2005) che sono i maggiori rappresentanti. Questi poeti si distaccano dai valori della propaganda fascista ed esprimono la loro estraneità rispetto alla realtà che li circonda.
Giuseppe Ungaretti: vita in breve
Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1888 e si forma ispirandosi a Mallarmé per la concezione poetica che indica l'importanza del sentire la poesia più che capirla, e a Bergson per il concetto spirituale di operare una fusione tra scienza e religione. Per Ungaretti, il problema del tempo è centrale: inteso come successione di momenti ma anche come durata pura, tempo sempre uguale che non si può rappresentare, tempo interiore vissuto su una linea che si distende. Collaborò a diverse riviste, come "La voce" e "Lacerba", e fu soldato interventista durante la guerra. Si convertì al cattolicesimo nel 1928 e successivamente si dedicò all'attività di traduttore affrontando testi di Shakespeare, Mallarmé, Racine e Blake.
Poesie di Giuseppe Ungaretti
Ungaretti muore a Milano, nella notte tra il 1° e il 2 giugno del 1970, per una broncopolmonite. Durante il suo funerale a Roma, svoltosi il 4 giugno, non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del governo italiano. È sepolto nel Cimitero del Verano, accanto alla moglie Jeanne.
Poesia ermetica di Giuseppe Ungaretti
Nella sua prima fase, Ungaretti affronta una sorta di sperimentazione che va dal 1919 al 1936, periodo in cui scrive testi come "Porto sepolto", "Allegria di naufragi" e "L'Allegria". In queste opere possiamo notare una forte componente autobiografica e la sperimentazione poetica riconducibile ai simbolisti. La poesia di Ungaretti trova fondamento sull'esperienza esistenziale recuperata attraverso la dimensione delle parole. Non è puramente individuale ma si concentra su quanto c'è di universale nell'esperienza valida per tutti gli uomini. Il ricorso all'analogia è lo strumento per intuire la realtà, poiché consente di superare i legami logici a favore di associazioni che legano le parole l'una all'altra.
Caratteristiche della poesia di Giuseppe Ungaretti
Tra le caratteristiche particolari della poesia ermetica di Giuseppe Ungaretti ci sono la purezza della parola, la verticalizzazione delle liriche che crea l'idea di un testo scarno dal punto di vista visivo, e l'essenzialità della parola liberata da incrostazioni letterarie.
In conclusione, l'Ermetismo, con Giuseppe Ungaretti come uno dei principali esponenti, rappresenta una corrente letteraria di grande importanza nel panorama della letteratura italiana del Novecento. La sua caratterizzazione come chiusa, oscura e misteriosa sottolinea la volontà di liberare la parola poetica da costrizioni politiche e di evocare gli aspetti più misteriosi e ignoti della realtà.