I mali universali e la natura "matrigna"
Il catalogo delle sofferenze dell'Islandese continua: terremoti, vulcani, venti devastanti, neve che crolla sui tetti, fiumi in piena che lo inseguono "come fossi colpevole verso loro di qualche ingiuria". Anche gli animali sono nemici: bestie selvatiche che vogliono divorarlo, serpenti velenosi, insetti che quasi lo consumano.
Ma non finisce qui. Le malattie non lo hanno risparmiato, nonostante la sua vita sobria, e ora si avvicina "il tempo amaro e lugubre della vecchiezza" - che Leopardi definisce "cumulo di mali e di miserie gravissime".
L'accusa piรน forte arriva quando l'Islandese denuncia la crudeltร della natura: lei infonde negli uomini un desiderio insaziabile di piacere, ma poi rende questo piacere dannoso e irraggiungibile. "Io non mi ricordo aver passato un giorno solo della vita senza qualche pena", confessa.
La sua conclusione รจ devastante: "tu sei nemica scoperta degli uomini". La natura non รจ piรน la madre benevola, ma una "matrigna" che si prende gioco delle sue creature.
Punto chiave: Leopardi mostra come la natura crei negli uomini bisogni che non puรฒ soddisfare - รจ la contraddizione fondamentale dell'esistenza umana.