Le ultime tre strofe: animali, illusioni e verità finale
Nella quarta strofa il pastore continua a interrogare la luna silenziosa, sperando in una risposta che non arriverà mai. Le domande diventano sempre più filosofiche fino alla conclusione amara: dall'alternarsi del giorno e della notte qualcuno trarrà pure beneficio, ma sicuramente non l'essere umano.
La quinta strofa presenta una delle intuizioni più belle di Leopardi: gli animali sono più felici di noi. Il gregge non conosce l'affanno, dimentica facilmente e soprattutto non prova la noia, quel "tedio" che Leopardi definisce come il vuoto dell'anima. Questa osservazione ti farà riflettere su quanto sia pesante la nostra condizione di esseri pensanti.
L'ultima strofa è la più riflessiva e conclusiva. Il pastore immagina di avere le ali per volare via dalla realtà, ma sa che è solo un'illusione che non porta felicità. Il "forse, forse" ripetuto tradisce l'incertezza, e alla fine arriva la verità definitiva: in qualsiasi condizione ci troviamo, la realtà dell'infelicità umana rimane invariata.
💡 Tecnica poetica: Leopardi usa prevalentemente settenari per dare un ritmo più veloce e armonioso, evitando di appesantire questa meditazione già così malinconica.