Materie

Materie

Di più

Gabriele D’Annunzio

2/5/2023

2885

109

Condividi

Salva

Scarica


GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO
Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un
collegio prestigio

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

GABRIELE D'ANNUNZIO Gabriele d'annunzio nasce dal 1863 a Pescara da una famiglia di commercianti che lo fa studiare in un collegio prestigioso il Cicognini di Prato Il ragazzo eccelle in tutte le materie e consegue anche la "licenza d'onore" (collegio militare) Sin da subito ha una passione per la poesia e comincia a scrivere già quando è al liceo Viene influenzato dalla lettura delle opere di Carducci Abbandona gli studi nel 1881 a 18 anni ● ● ● ● ● ● ● Poi si trasferisce in Abruzzo con la nuova moglie ma qui conosce Eleonora Duse, attrice famosa (sarà la donna tanto amata dallo scrittore). Scriverà per anche diversi componimenti drammaturgici Pubblica l'innocente (1892), il trionfo della morte (1894), le vergini delle rocce (1895) e altre novelle ● Scrive anche opere per il teatro Si dedica anche alla politica. Si fa eleggere come deputato della destra in Parlamento. Nel 1900 passa alla sinistra Il suo ruolo durante la Prima Guerra Mondiale → egli fa parte degli interventisti in Italia e influenza molto l'opinione pubblica (i suoi discorsi porteranno anche all'entrata in guerra della nazione). La sua più grande impresa però sarà quella di Fiume Gli ultimi anni della sua vita li passa in isolamento nella sua villa, il vittoriale sul Lago di Garda ● ● Si trasferisce a Roma e comincia la frequentazione della società mondana...

Non c'è niente di adatto? Esplorare altre aree tematiche.

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

Knowunity è stata inserita in un articolo di Apple ed è costantemente in cima alle classifiche degli app store nella categoria istruzione in Germania, Italia, Polonia, Svizzera e Regno Unito. Unisciti a Knowunity oggi stesso e aiuta milioni di studenti in tutto il mondo.

Ranked #1 Education App

Scarica

Google Play

Scarica

App Store

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

4.9+

Valutazione media dell'app

13 M

Studenti che usano Knowunity

#1

Nelle classifiche delle app per l'istruzione in 11 Paesi

900 K+

Studenti che hanno caricato appunti

Non siete ancora sicuri? Guarda cosa dicono gli altri studenti...

Utente iOS

Adoro questa applicazione [...] consiglio Knowunity a tutti!!! Sono passato da un 5 a una 8 con questa app

Stefano S, utente iOS

L'applicazione è molto semplice e ben progettata. Finora ho sempre trovato quello che stavo cercando

Susanna, utente iOS

Adoro questa app ❤️, la uso praticamente sempre quando studio.

Didascalia alternativa:

e aristocratica del tempo Lavora per alcuni giornali 1883 → si sposa con la duchessa Maria Hardouin e avrà da lei tre figli Avrà una seconda relazione con Barbara Leoni In questo periodo diventa un letterato di successo e per questo comincia a condurre una vita bohemien (un po' come i poeti decadenti e simbolisti) 1891 scappa da Roma e va a Napoli L'INFLUENZA DI VERGA ● Differenze con Verga → d'Annunzio non rispetta la tecnica dell'impersonalità; andando avanti si distacca dal verismo e si avvicina all'estetismo (l'esteta è colui che riconosce il bello, viene influenzato dall'arte, disprezza la mediocrità della vita borghese, ricerca uno stile di vita bohemien) D'Annunzio pone al centro anche il suono e la musicalità delle parole (linguaggio ricercato) LA TRADIZIONE E LA MODERNITÁ Muore nel 1938 per un'emorragia Lascia il vittoriale in eredità dello stato La letteratura deve avere orizzonti più ampi di quelli tradizionali. Usa l'universo dell'immagine (fotografia e cinema) e si interessa per i beni culturali DALL'ESTETA AL SUPERUOMO Coniugare il passato dell'Italia con la modernità. Coglie la potenziale bellezza della modernità industriale e ha fiducia nel progresso tecnico ● TRAMA Esteta → capacità di elevare la propria esistenza nella sfera di una bellezza raffinata ed elitaria e di fare della propria vita un'opera d'arte, ma è isolato dalla realtà LA LINGUA Superuomo → esteta che agisce nella realtà imponendo il dominio. Ricerca il culto della bellezza, la libertà d'azione, il rifiuto dell'etica della pietà e il rifiuto del conformismo borghese Recupera elementi desueti e vocaboli rari e preziosi ● Nelle poesie, usa lo stato nominale che prevede frasi prive di verbi ● Uso di analogie esplicite, assonanze, rime imperfette Novità sintattiche, lessicali, metriche e ritmiche IL PIACERE ere è il primo romanzo di nnunzio, viene scritto tra il luglio e il dicembre del 1888 pubblicato nel 1889. Con questo romanzo la cultura decadente Il Piacere ottiene un grande successo e allo stesso tempo solleva scandalo e polemiche per l'immoralismo del protagonista. 1° libro: La relazione tra Andrea Sperelli ed Elena Muti ● ● ● ● ANALISI ● ● Il protagonista è Andrea Sperelli (alter ego dell'autore), ultimo rampollo di un'antica famiglia nobile che vive a Roma in un ambiente raffinato e molto ricercato. Ha avuto una relazione con Elena Muti, donna torbida e capace di inganni, che dopo un po' si stufa di lui e se ne va da Roma. Abbandonato, Andrea cerca di sostituire la passione per Elena Muti con altri piaceri e numerose avventure. Un giorno l'amante geloso di una donna che corteggia, Ippolita Albònico, lo sfida a duello. Andrea durante il duello colpisce l'avversario ma viene a sua volta ferito. Abbandona Roma e trascorre la convalescenza in campagna dalla cugina dove spera di trovare pace e riconquistare la perduta purezza morale. 2° libro: La convalescenza nella villa Schifanoja Nella villa della cugina, chiamata Schifanoja, conosce una giovane donna in vacanza con la figlioletta, Maria Ferres, immagine di dolcezza e purezza aristocratica. Tra i due si accende l'amore, un amore puro e spirituale, inizialmente platonico. L'amore per Maria occupa tutta la seconda parte del romanzo. Andrea riesce a sedurre Maria che dopo qualche resistenza cede alla passione. 3° libro. Il ritorno a Roma TEMI Finita la convalescenza Andrea rientra a Roma convinto di essere un uomo profondamente cambiato. Anche Elena è tornata in città e quando Andrea la incontra con il nuovo marito, entra in crisi; il ricordo della passata passione torna ad insinuarsi in lui. L'incontro con Elena si rivela deludente perché ella rifiuta di riprendere la relazione. Andrea inizia a confrontare le due donne, il desiderio e l'immagine di Elena si sovrappone alla figura di Maria. L'amore per le due donne finisce per confondersi e per diventare tutt'uno. Andrea ha una relazione con la donna angelo ma continua a desiderare la donna lussuriosa. Un giorno, annebbiato dalla gelosia per Elena, che si è concessa a un altro amante, egli si lascia sfuggire il nome di lei mentre ha tra le braccia Maria che lo sta salutando prima di un lungo distacco, compiendo un grave errore. Maria scopre il fondo equivoco di quel legame, lo respinge e fugge. 4° libro: La sconfitta dell'esteta L'azione conclusiva è ambientata nella casa di Maria Ferres, che nel frattempo è stata abbandonata dal marito che è fuggito lasciandola in un mare di debiti dovuti al vizio del gioco. Nell'abitazione si sta svolgendo un'asta pubblica e Andrea si aggira nelle sale del Palazzo dei Ferres. Tutta la scena si basa sul confronto tra la bellezza e il pregio del luogo dove si svolge l'asta e la volgarità degli acquirenti che lo hanno invaso. Andrea che assiste alla scena dell'asta è pervaso da un senso di morte. Nelle ultime righe, Andrea è costretto a seguire lentamente su per le scale, come se fosse ad un funerale, i facchini che trasportano in casa sua un immenso armadio, appartenuto a Maria. Al conte Sperelli non resta che prendere atto del fallimento del proprio stile di vita. Viene introdotta la figura dell'eroe decadente. Il protagonista, Andrea Sperelli, è l'incarnazione dell'eroe decadente: raffinato, aristocratico, dandy, freddo, cultore solo del bello. Nel Piacere si trovano ancora tracce della tradizione naturalistica del romanzo d'ambiente che si mescola con la nuova tendenza decadente della narrativa lirico-evocativa. L'impianto narrativo e strutturale risente ancora di modi di rappresentazione che appartengono al naturalismo (per es. narratore esterno onnisciente), mentre lontano dal naturalismo è l'utilizzo del discorso indiretto libero, l'analisi psicologica dei personaggi, ricorso al flash-back ed anche il registrare in presa diretta il punto di vista del protagonista o di altri personaggi D'Annunzio fa spesso ricorso alla paratassi Il racconto non seque il corso cronologico degli eventi ma avanza per blocchi discontinui, infatti spesso ci sono flash-back legati ai ricordi di Andrea ed avvenimenti passati, che mescolano passato e presente. D'Annunzio utilizza uno stile molto ricercato e dotto, la prosa è levigata e preziosa, l'italiano utilizzato è ricco e raffinato, parole rare e preziose, nomi esotici o sonori, latinismi, arcaismi, termini liturgici e aulici Il linguaggio mostra di frequente procedimenti tipici della poesia, come l'uso sistematico di simmetrie sintattiche, il ricorso a figure retoriche come antitesi, analogie, allitterazioni, similitudini, metafore ed assonanze. Grande spazio viene riservato a lunghissime descrizioni Il romanzo è scritto in terza persona PERSONAGGI Andrea Sperelli → personificazione dell'autore, eroe decadente, esteta Elena Muti → femme fatale, seduttrice, evoca Elena di Troia Maria donna angelo, evoca la Madre di Dio e la purezza della Vergine Critica alla società alto borghese di fine Ottocento, completamente vuota di contenuti e sentimenti. La decadenza di questo tipo di società che ha mercificato tutto finalizzando ogni fervore al profitto e trascurando il senso del bello; ● Affermazione della figura dell'esteta intellettuale inquieto, che vive in un mondo tutto suo, dominato dal culto della bellezza. La riflessione sui diversi tipi di amore: da quello finalizzato al puro piacere, il cui raggiungimento diventa una vera e propria ossessione, all'amore puro e spirituale. TESTO: UN AMBIGUO CULTO DELLA PUREZZA Andrea Sperelli arriva alle undici di sera di fronte a palazzo Barberini. Il paesaggio coperto di neve appare incantato ed eccita la sua immaginazione amorosa. Andrea non sa quale delle due donne, Elena o Maria, vorrebbe vedere apparire. Andrea si abbandona allora al suo sogno poetico e immagina che una fanciulla, accompagnata dalla mistica riverenza delle cose intorno, gli venga incontro per sacrificare a lui la sua purezza: mentre Andrea bacia le mani e la bocca il paesaggio attorno sembra svanire. Lo scoccare delle campane interrompe il suo sogno. Stile molto aulico e descrittivo, ricercato, frasi in latino, si confonde anche la voce del narratore Verga VS D'Annunzio per le descrizioni → Verga fotografa in maniera soggettiva il paesaggio (parla il paesaggio stesso) mentre D'Annunzio è più soggettivo, attraverso gli occhi del protagonista e il suo punto di vista ● ● ● ● ● L'INNOCENTE Tullio è sposato da sette anni con Giuliana, dalla quale ha avuto due figlie. La famiglia vive a Roma. Egli è un uomo dai gusti molto raffinati, ma è dominato dal voler tradire costantemente Giuliana. Egli intrattiene una relazione molto nota con la contessa Teresa Raffo. Tullio e Giuliana, ormai, vivono d'amore platonico, si può dire fraterno. Ad un certo punto, Giuliana si ammala gravemente, tanto da doversi sottoporre a una rischiosa operazione chirurgica: questa ha esito positivo, ma indebolisce fortemente la salute della donna. Le precarie condizioni di salute di Giuliana inteneriscono Tullio e, durante la convalescenza della donna, i due coniugi passano molto tempo assieme. Tullio capisce di essersi innamorato di nuovo di sua moglie, ma intanto scrive ancora alla sua amante. L'uomo deciderà di terminare la relazione con Teresa Raffo. Capisce che il suo rapporto con Giuliana è radicalmente mutato: i due coniugi, ormai, si sottopongono a una convivenza quasi forzata e reciprocamente passiva. Tullio, un giorno, nota che Giuliana è insolitamente allegra e si sta preparando elegantemente per uscire. Per la prima volta egli inizia a sospettare una possibile relazione extraconiugale di Giuliana (l'amante è lo scrittore Filippo Arborio). I dubbi del giovane aristocratico sono poi confermati dalla notizia che Giuliana è incinta. Tullio inizia a provare un odio smanioso nei confronti del bambino che sta per nascere. Nei due coniugi spunta un progetto delittuoso: sopprimere il nascituro, ostacolo alla realizzazione del loro amore. Entrambi sperano che il bimbo possa morire ancor prima di venire al mondo, ma il piccolo nasce in piena salute. Tullio compie il delitto la sera del 24 dicembre, mentre tutta la famiglia è uscita per assistere ad una messa di Natale, esponendo al freddo invernale il bambino. Tutta la famiglia è presa dalla disperazione, e anche Tullio partecipa al funerale del piccolo. Il romanzo inizia proprio nel giorno dell'anniversario della morte del bambino, quando Tullio si domanda se sarebbe giusto confessare l'omicidio. TULLIO TRA ESTETA E SUPERUOMO ● ● Analogia con Pascoli → nella Digitale Purpurea per il punto di vista delle due donne Alla fine del testo c'è il discorso indiretto libero ● Il protagonista, Tullio, sperimenta l'edonismo (filosofia che verte alla ricerca del piacere definito come sommo bene e unico fine della vita), anche sul versante erotico, come dimostrano i suoi ripetuti adulteri nei confronti della moglie Giuliana. Inoltre, ha un gusto molto raffinato e tende agli eccessi, proprio come l'autore stesso. È influenzato dalla narrativa russa. Sarà la lettura di Dostoevskij e quella di Tolstoj a guidare la nascita del secondo romanzo dannunziano. Nell'opera di D'Annunzio si fondono i temi più importanti della narrativa russa, dal bisogno esplicito di riconquistare una perduta fratellanza universale, alla spietata analisi psicologica di una personalità instabile. NATURA La natura ha un ruolo salvifico nel rapporto tra Tullio e Giuliana: nel momento in cui la coppia si trova nella villa di campagna, si riavvicina e sembra che ci sia una rigenerazione spirituale. La descrizione del bellissimo giardino è anche tema dell'estetismo, e acquista una funzione centrale come luogo della memoria, simbolo dell'eden perduto, poiché si trasforma in un luogo di morte e il sepolcro dell'innocenza. DONNA ● IL TRIONFO DELLA MORTE Protagonista del romanzo è il principe Giorgio Aurispa, nobile esteta discendente da un'antica famiglia abruzzese. Durante una passeggiata per Roma in compagnia dell'amante Ippolita, i due assistono al suicidio di un uomo, che si getta nel vuoto. Giorgio ed Ippolita si ritirano in albergo, dove Giorgio decide di leggere all'amata le innumerevoli lettere scritte e mai inviatele nei due anni precedenti. Dopo questi giorni passati insieme, Ippolita va dalla sorella, mentre Giorgio riceve il disperato appello della madre che gli chiede di tornare a casa. Una volta arrivato in Abruzzo dalla famiglia, scopre che il padre, con la complicità di un altro figlio, si era costruito una nuova vita con un'altra donna, la quale stava sperperando il patrimonio di famiglia. Scioccato dal comportamento del padre, Giorgio torna nella stanza in cui suo zio Demetrio si era suicidato. Giorgio comincia a concepire il suicidio come un'elevazione dalle passioni della vita. Nell'uomo si accentua ancora di più il rifiuto verso i sentimenti umani durante un viaggio nella campagna abruzzese, compiuto con Ippolita. Qui scopre il volto primordiale della sua gente, provando una repulsione per la vita pastorale, primitiva e superstiziosa degli abitanti abruzzesi, mentre Ippolita ne rimane affascinata. Giorgio diventa sempre più inquieto e malinconico; inizia a percepire la donna come simbolo di tutte quelle pulsioni umane e terrene che lui vorrebbe superare, ma l'amore morboso per lei non gli permette di lasciarla: Ippolita è l'ostacolo che gli impedisce di affermare il proprio essere superuomo, diventa la nemica da sconfiggere. Giorgio matura l'idea del suicidio/omicidio: il romanzo si chiude con il drammatico gesto di Giorgio che si getta da una scogliera, tenendo stretta tra le braccia la riluttante e impotente Ippolita. Il suicidio sancisce il trionfo della morte nell'estenuante lotta intrapresa dal protagonista per attaccarsi alla vita, senza trovare però una valida soluzione. GIORGIO: ESTETA DECADENTE, SUPERUOMO O INETTO? ● ● ● Nel romanzo troviamo una netta contrapposizione tra l'amore carnale e l'amore puro, simboleggiati allegoricamente da Teresa Raffo, l'amante di Tullio, che rappresenta l'amore carnale e l'ebbrezza, e dalla moglie Giuliana, che all'inizio sembra essere una "donna angelo", per la sua natura benevola e clemente nei confronti dei molteplici adulteri del marito. Poi però si rivela anche lei colpevole di adulterio. Tuttavia, viene perdonata dal marito, il quale si sente responsabile dei tradimenti della moglie per averla trascurata. ● Giorgio è un esteta decadente. Ha una straordinaria capacità di parola, ma non riesce a passare all'azione. Si esalta per le teorie di Nietzsche, sogna di diventare il "Super Uomo", ma in realtà è un debole. Prima è maniacalmente geloso di Ippolita. Poi, se ne sente oppresso perché per lui Ippolita inizia a rappresentare la sensualità che lo spinge verso la terra e le cose materiali. Anche l'ideale della morte lo perseguita, finché al termine del romanzo si uccide tenendo stretta tra le braccia la <<Nemica». Giorgio Aurispa è uno degli alter ego dell'autore. I due si trovano a convivere con insostenibili problemi di famiglia (D'Annunzio cresce col padre malato e sommerso dai debiti e la madre umiliata dalle relazioni extraconiugali del marito). LA DONNA ● L'alter ego di Ippolita è Barbara Leoni, una delle amanti di D'Annunzio. ● Ippolita è profondamente innamorata di Giorgio e si è scarificata per tutto. La donna acquista due ruoli differenti a seconda della visione del protagonista: è spesso idealizzata come una creatura spirituale, innocente e pura. Altre volte, Giorgio la vede spogliata della sua aurea celeste e sottolinea la sua natura troppo umana, in netto contrasto con la propria sensibilità d'artista e di esteta. Ippolita ricorda una femme fatale con bassi istinti lussuriosi. Questi ultimi portano il protagonista al degrado e fanno nascere in lui un senso di sconfitta, che lo spinge irrimediabilmente verso il suicidio. La figura di Ippolita è il mezzo attraverso cui il protagonista prende piena coscienza del suo male di vivere, di cui volersi disperatamente liberare per poter approdare a quella vita superiore a cui aspira. LA MORTE L'elemento morte è una parte onnipresente nel procedere della storia: il romanzo si apre con un suicidio tra le vie di Roma, poi il ricordo della morte dello Zio Demetrio e infine la scena finale, in cui la morte prende il sopravvento e trionfa sui protagonisti. Possiamo dedurre quindi che la morte è concepita come l'unica fonte di salvezza da D'Annunzio. La morte di Giorgio rappresenta una fase di passaggio per D'Annunzio: il protagonista esteta muore per lasciar spazio al superuomo, che sarà protagonista dei romanzi successivi. LA NATURA Il viaggio nelle campagne abruzzesi è visto come l'ultima speranza di Giorgio di ritrovare sé stesso, le proprie origini e quindi un po' di serenità. Invece si trasforma nel viaggio verso la morte, suscitando in lui un disgusto sempre più profondo per la vita. LE VERGINI DELLE ROCCE La trama non ha grande consistenza: lo stesso protagonista, Claudio Cantelmo, altro alter ego di D'Annunzio, vive e descrive pensieri, idee, sensazioni, senza soffermarsi sulla concretezza dei fatti. Il tutto, accompagnato da uno stile estremamente prezioso ed elevato. Tema cardine de Le Vergini delle Rocce è il desiderio da parte del nobile romano Claudio Cantelmo di generare un erede degno della sua stirpe di grandi condottieri. Pervaso da un forte sentimento di disprezzo per tutto ciò che appartiene alla sfera comune, Cantelmo sogna di restaurare il grande impero di Roma, riportando il Paese alla sua antica gloria e nobiltà. Ma la capitale è ormai corrotta e in decadenza, e nessuna fanciulla sembra essere adatta a partorire il figlio da lui desiderato. Abbandona così la città per stabilirsi in una delle residenze di famiglia, in una località indefinita nell'ex Regno delle Due Sicilie. Cantelmo s'imbatte in Oddo e Antonello Montaga, suoi vecchi compagni di giochi. Sono proprio loro a condurre Claudio a Trigento, dove risiede la loro famiglia. Così si avvia il cammino del protagonista verso il suo ideale. Ideale che si rivela incarnato in triplice forma: quella di Violante, Anatolia e Massimilla, le tre sorelle Montaga che mettono a dura prova la capacità di giudizio di Cantelmo, incapace di scegliere fra le tre. Prima fra tutte appare Violante, come un nostalgico richiamo alla bellezza decadente del Piacere: femme fatale suprema e inaccessibile, bella come solo chi è a un passo dalla morte può essere. Ella infatti lentamente si uccide, inalando pregiati profumi, inebriandosi fino allo stordimento, bramandoli fino alla dipendenza. Seconda giunge Anatolia, colei che si sacrifica al dovere e alla famiglia, accudendo la madre demente e i fratelli malati. È il simbolo più alto del sacrificio e della responsabilità, donna forte e immensamente sola, sulla quale aleggia un destino pietoso. Ella però non accetta di sposare Claudio. Massimilla aveva scelto di prendere i voti, e i giorni trascorsi con Claudio, saranno gli ultimi prima della clausura. Il romanzo termina senza una scelta definitiva, infatti lo snodo della vicenda avrebbe dovuto aver luogo nel secondo romanzo della trilogia La Grazia, che però non venne mai scritto. CLAUDIO: PERFETTO ESEMPIO DI SUPERUOMO DANNUNZIANO D'Annunzio entra in contatto con il nichilismo di Nietzsche e ne riprende la figura del superuomo, ma questa viene rielaborata da D'Annunzio. Claudio Cantelmo raggiunge la figura del superuomo attraverso il razzismo aristocratico e biologico che non appartiene a Nietzsche, il cui oltreuomo raggiunge un'etica e una conoscenza superiori non grazie alla nobiltà del sangue, ma seguendo un percorso personale e una vita rigorosa. ● Il superuomo dannunziano incarna il culto della bellezza, la sensualità, la sensibilità verso l'arte e il bello, la trasgressione di ogni regola sociale e morale. A questi motivi si aggiunge il disprezzo per la società borghese, colpevole di avere emarginato i letterati e gli artisti e di avere alimentato un sistema politico fondato sulla democrazia liberale, cioè sulla valorizzazione di tutti gli uomini, senza distinzioni di classe sociale o di cultura LA DONNA D'Annunzio rappresenta tre figure femminile: ognuna incarna una delle caratteristiche che dovrebbe avere "la donna ideale". Il protagonista non si innamora di nessuna delle tre, ma vorrebbe solamente trovare la donna perfetta per dare alla luce il figlio perfetto (un superuomo). L'ideale sarebbe unire le caratteristiche delle tre donne: la femme fatale, la donna materna e la donna pura. LA NATURA La natura è il locus amoenus in cui rifugiarsi, in cui cercare quell'ideale tanto agognato. È in contrasto con la descrizione di Roma, città devastata dai vizi, simbolo di quella società borghese disprezzata. Il protagonista, insoddisfatto della società in cui vive, ha l'obiettivo di generare un erede che possa cambiare il futuro del popolo. IL FUOCO Sullo sfondo di una Venezia decadente, il superuomo dannunziano, Stelio Effrena, ha come missione la fondazione di un nuovo teatro seguendo un percorso di poesia, musica e danza. Il protagonista è in compagnia della famosa attrice Foscarina, una bella donna, ma non più giovane, che ama Stelio in un modo nevrotico e ossessivo arrivando a trascurare sé stessa e ostacolando le imprese del protagonista. Tuttavia, Foscarina capirà a sue spese che non resterà mai l'unica e la sola amante del protagonista. Infatti, Stelio conoscerà una donna più giovane ed attraente di lei: la cantante Donatella Arvale, che simboleggia la nuova arte teatrale. Benché Donatella rinunci all'amore per Stelio (per prendersi cura del padre malato), Foscarina non placa la sua gelosia. Solo in un secondo momento la protagonista decide di rinunciare al proprio amore per permettere a Stelio di concentrarsi sulla sua missione. Una sera, Stelio ed un suo amico si trovano su una nave dove incontrano anche il famoso compositore tedesco Richard Wagner. Il protagonista ammira il compositore perché per lui rappresenta l'incarnazione del genio artistico. Purtroppo, Wagner, essendo anziano e malato, si sente male all'improvviso. Stelio e il suo amico lo soccorrono facendolo scendere dalla nave, ma l'uomo muore. Nell'ultima scena del romanzo, Stelio trasporta la bara di Wagner alla stazione di Venezia. ● ● L'autore utilizza le tecniche retoriche dell'elencazione, dell'accumulo e dell'amplificazione di termini ed aggettivi. La centralità del paesaggio, descritto minuziosamente, riflette le inquietudini psicologiche dei protagonisti principali. IL SUPEROMISMO Il fuoco è considerato dalla critica come manifesto letterario del superomismo dannunziano. L'eroe Stelio Effrena vuole realizzare una grande opera artistica nella quale si fondano poesia, musica e danza. Vi sono delle forze negative che gli si oppongono: la forza oscura in questo caso prende il nome di Foscarina, grande attrice che con il suo amore possessivo ostacola l'eroe nella sua impresa. ● ● Il testo è caratterizzato da un autobiografismo più o meno velato. La figura di Stelio è una proiezione dell'autore che rivive la sua storia amorosa con l'attrice Eleonora Duse, la quale prende le sembianze di Foscarina. IL TITOLO Il fuoco del titolo simboleggia la forza della creazione artistica che tutto brucia e divora. Alla metafora del fuoco si possono così associare diversi significati: la distruzione delle convenzioni della tradizione in nome dei valori supremi dell'arte ● O O il trionfo assoluto della passione, vissuta dal superuomo nel passaggio da Foscarina alla nuova attrazione per Donatella l'idea stessa di creazione artistica che plasma e ricrea la realtà IL NOTTURNO Il Notturno è un'opera in prosa lirica di Gabriele D'Annunzio, costituita da una raccolta di meditazioni e ricordi. D'Annunzio si ferisce all'occhio destro a causa di un infortunio sul suo idrovolante. Dopo questo incidente, iniziò per lui il cosiddetto periodo "notturno", durante il quale ha vissuto costretto a letto, al buio, per due mesi, in totale cecità. Questo tumulto interiore è fonte di una nuova ispirazione, poiché per lui inizia una fase di cambiamento della sensibilità poetica. La sua trasformazione consiste nell'allontanamento dal superuomo, dal momento che si sente più vulnerabile e più sensibile al destino altrui. Essendo pressoché cieco, la sua tecnica di scrittura consiste nell'utilizzo di strisce di carta, ritagliate dalla figlia Renata (sarà proprio lei a rimetterle insieme, in ordine cronologico, permettendo così la pubblicazione del romanzo Notturno, nel novembre del 1921). ● TRAMA L'autore si abbandona ad un'analisi del proprio io interiore. Non avendo più la vista, si avvale dell'utilizzo degli altri sensi per portare alla luce i suoi pensieri e le sue riflessioni più intime. D'Annunzio racconta in modo crudo la realtà di cui è vittima, attraverso riflessioni esistenziali e confessioni. Inoltre, narra i suoi ricordi e le immagini ancora vivide nella sua mente, dei compagni caduti in guerra. Questo tumulto interiore trascina il poeta in un vortice di sogni e ricordi localizzati fisicamente nel suo occhio ferito. D'Annunzio è ossessionato dal tema della morte, la quale viene accusata di non averlo ucciso come i suoi compagni, ma di averlo costretto a vivere un'esistenza cupa. Lo stile è caratterizzato da una prosa spezzata, ovvero l'utilizzo di periodi brevi ed espliciti, senza subordinate. D'Annunzio con quest'opera, apre la stagione dei romanzi psicologici, fulcro della produzione letteraria di Svevo e Pirandello. TESTO: IN BALIA DI UN UDITO OSSESSIVO Sdraiato e quasi immobile nel letto della sua casa di Venezia, lo scrittore, provvisoriamente cieco, si abbandona agli altri sensi per cogliere la realtà che lo circonda nel presente LA PIOGGIA DEL PINETO Mentre il poeta e la sua donna passeggiano sul litorale fiancheggiato da pinete vengono sorpresi da un temporale estivo. Il poeta invita l'amica ad ascoltare con lui il rumore della pioggia che produce una sorprendente gamma di suoni che variano secondo il tipo e la densità del fogliame su cui cade. Al rumore della pioggia si accorda il canto delle cicale che va via via smorzandosi, mentre da lontano si alza il gracidare di una rana. Il poeta e la sua donna, chiamata Ermione, vagano senza meta per il bosco, bagnati e inebriati dalla pioggia. Avanzando nel sottobosco i due si lasciano penetrare dalla fresca vita degli alberi risvegliati dalla pioggia e perdono la loro condizione umana per assimilarsi, con il copro e il pensiero, alla vita vegetale. riferito a Ermione e al lettore (Taci) Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude suoni armoniá; il ritmo è come una cantilena Parole legate-risalta il Suono; descrive in maniera aio che ci circonda dettagliata novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancóra, stromenti diversi (vuole ascoltare i suoni del bosco come una foglia, e le tue chiome auliscono come -itenazione/ripetizione sottolineare le parole più intense sentiamo come se ogni pianta fosse uno strumento musicale) orchestra sotto innumerevoli dita. E immersi ci sentiamo. noi siam nello spirto Come Ermione silvestre, d'arborea vita viventi: e il tuo volto ebro è molle di pioggia →i due innamorati diventano parte della natura le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota 1 spegne- accende - suoni del bosco ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda crosciare onomatopea l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria insetto (grillo, cicale che cantan) è muta; ma la figlia non piove più del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca L'acqua che si sente e della pioggia e non del mare non si sa se sono le lacrime o la pioggia sul viso della' donna aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra le erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i malleoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! diventano un tutt'uno con la natura E piove su i nostri vólti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione.