La letteratura verista italiana trova il suo massimo esponente in Giovanni Verga, autore siciliano che ha saputo raccontare con straordinaria efficacia la vita dei contadini e dei pescatori della sua terra.
Giovanni Verga: vita e opere si intrecciano profondamente con la storia della Sicilia del XIX secolo. Nato a Catania nel 1840, Verga sviluppa una poetica basata sull'osservazione oggettiva della realtà, abbandonando gli ideali romantici per dedicarsi alla rappresentazione cruda e realistica della vita dei più umili. Le sue opere più significative includono "I Malavoglia" e le Novelle Rusticane, raccolta pubblicata nel 1883 che rappresenta uno spaccato della società rurale siciliana dell'epoca.
Nelle Novelle Rusticane, Verga affronta temi cruciali come la lotta per la sopravvivenza, l'attaccamento alla "roba" (i beni materiali), e le dinamiche sociali della Sicilia post-unitaria. La novella "Libertà" in particolare racconta la rivolta di Bronte del 1860, collegandosi agli eventi storici dei briganti siciliani e della riforma agraria. Il sistema della mezzadria in Sicilia e la questione dei feudi siciliani sono altri temi centrali della sua narrativa. La tecnica dell'impersonalità e la scelta di un narratore interno alla vicenda caratterizzano il suo stile, permettendo di rappresentare il mondo contadino dall'interno, senza giudizi o interventi autoriali. L'amore e patria sono temi ricorrenti, ma sempre visti attraverso la lente del verismo e della dura realtà sociale dell'epoca. La sua opera influenzò profondamente la letteratura italiana, anticipando temi che sarebbero stati cruciali nel dibattito sulla questione meridionale e sulla riforma agraria sicilia 1950.