I riti di purificazione
Catone dà istruzioni precise per il rito di purificazione: Dante deve lavarsi il viso per togliere "ogne sucidume" dell'Inferno e cingersi con un giunco schietto. Non si può presentare all'angelo con tracce di peccato sul volto!
Il giunco cresce "ad imo ad imo" nell'isola, "là giù colà dove la batte l'onda". È l'unica pianta che può sopravvivere nel Purgatorio perché si piega umilmente alle percosse, simbolo dell'anima che si sottomette al volere divino con umiltà.
Quando sorge il sole, i due poeti si dirigono verso la riva. Virgilio trova un punto dove la rugiada resiste al sole e usa quella rugiada naturale per lavare delicatamente le guance "lagrimose" di Dante, restituendogli "quel color che l'inferno mi nascose".
Il miracolo finale: quando Virgilio strappa il giunco per cingere Dante, immediatamente ne spunta un altro. È il segno dell'abbondanza della grazia divina, sempre pronta a rinnovarsi per chi si avvicina a Dio con cuore sincero.
💡 Simbolismo importante: Il lavaggio del viso e la cintura di giunco rappresentano la purificazione interiore necessaria prima di iniziare il vero cammino di redenzione spirituale.