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Italiano

4 dic 2025

1200

12 pagine

Ariosto e il suo Mondo: Orlando Furioso e Altre Opere

C

Camilla Baroni @amillaaroni_two7pyl9

L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto rappresenta il capolavoro della letteratura rinascimentale italiana. Composto tra il 1502 e il... Mostra di più

14.09.2023
Ariosto
Con Ariosto ci addentriamo nell'epoca più culturalmente splendida del nostro Paese: il
Rinascimento. Ariosto è forse l'au

Ariosto e il Rinascimento

Ludovico Ariosto (1474-1533) è forse l'autore più emblematico del Rinascimento italiano, non solo per la sua collocazione cronologica, ma soprattutto per il suo stile caratterizzato da equilibrio e simmetria compositiva. Questi tratti si manifestano innanzitutto nella forma metrica scelta per il suo capolavoro l'ottava.

L'ottava è una strofa di 8 endecasillabi con un sistema di rime fisse che Ariosto contribuì a canonizzare i primi sei versi sono a rime alternate (ABABAB), mentre gli ultimi due a rima baciata (CC). Questa struttura non è casuale, ma estremamente funzionale al ritmo narrativo del poema permette infatti di iniziare e concludere un discorso all'interno della stessa strofa, conferendo completezza al pensiero e facilitando la memorizzazione grazie alla sua musicalità.

L'Orlando Furioso è un ibrido tra due generi letterari l'epica e il romanzo cavalleresco. Entrambi avevano come protagonisti i cavalieri, figure centrali nella società basso-medievale. Da un lato troviamo le Chanson de Geste, poemi epici che trasmettevano valori identitari legati alla difesa del cristianesimo (come la Chanson de Roland); dall'altro il romanzo cavalleresco che, pur mantenendo la forma poetica, dava maggiore spazio all'individualità del protagonista, introducendo elementi fantastici e tematiche amorose.

Curiosità L'ottava non fu inventata da Ariosto - già Boccaccio l'aveva utilizzata in opere come il Ninfale Fiesolano, il Teseida e il Filostrato - ma fu lui a renderla la forma canonica del poema cavalleresco.

Ariosto ha un rapporto complesso con la corte Estense di Ferrara, che costituisce sia l'ambiente reale in cui vive sia il modello per la corte ideale di Carlo Magno descritta nel poema. Questo rapporto conflittuale si riflette nella sua opera, dove l'autore non si presenta come un intellettuale al servizio del potere, ma mantiene una propria autonomia critica.

14.09.2023
Ariosto
Con Ariosto ci addentriamo nell'epoca più culturalmente splendida del nostro Paese: il
Rinascimento. Ariosto è forse l'au

Realtà e finzione nell'Orlando Furioso

Il rapporto tra realtà e finzione nell'Orlando Furioso è dialettico e complesso. Per Ariosto, proiettarsi in un mondo di fantasia ha molteplici significati da un lato rappresenta un rifugio e un'evasione dalla realtà, specialmente nei periodi più difficili della sua vita; dall'altro costituisce una denuncia sociale della vita di corte e dei suoi mecenismi.

Il fil rouge della produzione ariostesca è il mettere in guardia dalle aspirazioni illusorie che esercitano forte attrattiva sull'uomo. La poesia di Ariosto ha quindi una funzione morale ci avverte che ogni ideale è potenzialmente ingannevole. Lo strumento che permette di mantenere questo sguardo critico è l'ironia, quel giusto distacco che consente di separare il piano dell'ideale da quello del reale.

La struttura narrativa dell'Orlando Furioso è caratterizzata da due forze contrastanti

  • La spinta centrifuga, incarnata da Angelica, che mette in moto la quête (ricerca) dei cavalieri
  • La spinta centripeta, basata sull'entrelacement (intreccio) di più vicende parallele

Il risultato è un'opera policentrica che riflette la molteplicità della realtà rinascimentale, prima della chiusura confessionale imposta dalla Controriforma.

Il poema si sviluppò attraverso tre edizioni curate personalmente dall'autore

  1. La prima del 1516, in 40 canti, con una lingua ancora influenzata dall'area padana
  2. La seconda del 1521, riveduta linguisticamente verso il modello fiorentino
  3. La terza del 1532, ulteriormente toscanizzata e ampliata a 46 canti

Attenzione! Questi trent'anni di revisioni coincisero con profondi cambiamenti storici in Italia, che perse la sua autonomia e divenne teatro delle guerre tra Francia e Spagna. Questi eventi influenzarono profondamente l'opera.

Le vicende narrate nel poema possono essere ricondotte a tre filoni principali la guerra tra cristiani e saraceni (sfondo epico), l'innamoramento di Orlando (filone romanzesco) e il matrimonio tra Ruggiero e Bradamante (filone encomiastico, che celebra le origini della famiglia Este).

14.09.2023
Ariosto
Con Ariosto ci addentriamo nell'epoca più culturalmente splendida del nostro Paese: il
Rinascimento. Ariosto è forse l'au

La struttura del poema

Nel 1525 avviene una svolta letteraria fondamentale Pietro Bembo pubblica le "Prose della Volgar Lingua", opera capitale che codifica il modello linguistico italiano. Ariosto, amico di Bembo, non può ignorare questa innovazione e si dedica a una profonda revisione della sua opera.

La terza e definitiva edizione dell'Orlando Furioso (1532) non solo adotta pienamente il modello toscano-petrarchesco, ma viene ampliata fino a raggiungere 46 canti. L'Italia nel frattempo è profondamente cambiata, ha perso la sua autonomia politica e si trova contesa tra le potenze straniere durante le guerre d'Italia.

Il poema si costruisce attorno a due forze narrative contrapposte

  1. La spinta centrifuga rappresentata da Angelica, principessa del Catai. Questo personaggio sfuggente mette in moto la quête (ricerca) dei cavalieri, che nel viaggio finiscono per scoprire se stessi, spesso mossi dal sentimento amoroso.

  2. La spinta centripeta basata sull'entrelacement, l'intreccio di più vicende che si svolgono simultaneamente. Ariosto interrompe sapientemente una narrazione nel punto di massima suspense per passare a un'altra, creando un sistema di rimandi e attese.

Il risultato è un'opera non monocentrica ma polifonica, che riflette il policentrismo della realtà rinascimentale. Questa libertà espressiva è possibile perché Ariosto opera in un periodo precedente alla chiusura confessionale della Controriforma.

Le molteplici vicende del poema si articolano in tre filoni principali

  • Il filone epico della guerra tra cristiani e saraceni
  • Il filone romanzesco dell'innamoramento e della pazzia di Orlando
  • Il filone encomiastico del matrimonio tra Ruggiero e Bradamante

Ricorda Nel filone romanzesco, Orlando perde il senno per amore di Angelica, che lo rifiuta preferendogli Medoro, un umile fante saraceno. Il suo senno verrà poi recuperato da Astolfo che, volando sull'ippogrifo, raggiungerà la luna dove sono conservate tutte le cose perdute sulla Terra.

Nel Proemio del poema, già al quinto verso compare il termine "furore", chiave di lettura dell'intera opera. L'incipit contiene la protasi (l'argomento del poema) che prosegue nella seconda ottava, mentre dalla terza emerge l'intento encomiastico verso il cardinale Ippolito d'Este, anche se non senza sottili note di ironia.

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La fuga di Angelica e il Castello di Atlante

La fuga di Angelica è il motore narrativo dell'Orlando Furioso. Il poema riprende esattamente da dove Boiardo aveva interrotto il suo Orlando Innamorato Orlando ha portato Angelica in Francia, ma la sua presenza nel campo cristiano è fonte di distrazione. Carlo Magno decide di affidarla temporaneamente al vassallo Namo di Baviera, promettendola in premio al paladino più valoroso. Durante una battaglia, Angelica approfitta della confusione per fuggire.

È interessante notare come in Ariosto la demarcazione tra cristiani e musulmani non sia netta come sarà poi in Tasso. Pur attribuendo ai saraceni la responsabilità della guerra, Ariosto non esita a riconoscere le qualità positive di singoli personaggi musulmani, come Ruggiero. Questo approccio più sfumato riflette il clima culturale pre-Controriforma.

Durante la sua fuga, Angelica incontra prima Rinaldo, poi il saraceno Ferraù. Quest'ultimo, nonostante la sua fede diversa, si comporta secondo il codice cavalleresco, offrendo aiuto alla dama in difficoltà. Quando Rinaldo sopraggiunge, i due intraprendono un duello, e Angelica ne approfitta per fuggire nuovamente.

Il Castello di Atlante rappresenta uno degli episodi più significativi del poema. Atlante è un mago che ha cresciuto Ruggiero e, conoscendo la sua futura conversione al cristianesimo e morte prematura, cerca di ostacolarne il destino. Nel canto XII, costruisce un castello incantato che, come un vortice del nulla, attrae numerosi personaggi promettendo loro di trovare l'oggetto del loro desiderio.

Il castello è descritto come una splendida architettura manierista

  • Realizzato con marmi preziosi di diversi colori
  • Con porte ornate d'oro e pareti coperte da arazzi
  • Dove tutto è nascosto e i suoni sono ovattati

Riflessione Il castello di Atlante simboleggia l'illusorietà delle aspirazioni umane. È un "regno delle illusioni" dove i personaggi credono di poter trovare ciò che cercano, ma in realtà vagano senza mai afferrare nulla. È la massima espressione della visione disincantata di Ariosto.

Atlante diventa quasi una controfigura del poeta stesso entrambi modellano la realtà a loro piacimento, sono onniscienti e manovrano le scene. La differenza è che Ariosto, a differenza di Atlante, possiede anche la chiave per liberare i suoi personaggi dalle illusioni.

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Rinascimento. Ariosto è forse l'au

La pazzia di Orlando

Nel canto XIX del poema, Angelica incontra il giovane fante saraceno Medoro, gravemente ferito, e lo soccorre. Mentre lo cura, finisce per innamorarsi di lui, fino a concedergli la sua verginità e sposarlo in una cerimonia aconfessionale.

La pazzia di Orlando rappresenta il momento centrale del poema cantiXXIIIXXIVcanti XXIII-XXIV. Orlando, inseguendo un avversario, capita proprio nei luoghi dove Angelica e Medoro hanno vissuto il loro amore. Qui trova numerose tracce della loro relazione

  • Iscrizioni sugli alberi con i nomi di entrambi
  • Un epigramma in versi composto da Medoro all'ingresso di una grotta
  • Il racconto di un pastore che li ha ospitati
  • Un bracciale di Angelica lasciato come ringraziamento

Nonostante i tentativi di automistificazione (convincersi che si tratti di un'altra Angelica o che "Medoro" sia un soprannome che lei gli ha dato), Orlando deve infine accettare la verità Angelica ha scelto un umile fante saraceno invece del grande paladino cristiano.

Il dolore è così devastante che Orlando perde il senno, spogliandosi letteralmente delle sue caratteristiche di cavaliere e riducendosi a uno stato ferino. La sua pazzia rappresenta il rovesciamento del codice cavalleresco da difensore della fede diventa una bestia furiosa.

Confronto con Dante Se nella concezione stilnovistica l'amore implica un automatismo di reciprocità (l'amato non può non ricambiare), Orlando pretende che Angelica corrisponda il suo amore. La libertà di Angelica consiste proprio nello spezzare questa catena, scegliendo chi amare. Chi non comprende questa libertà paga con la gelosia e la perdita del senno.

Ariosto stesso, all'inizio del canto XXIV, riflette sulla natura dell'amore è un elemento dionisiaco, una forza che fa perdere se stessi. Usando la metafora della selva, paragona l'amore a un luogo intricato in cui, una volta addentrati, si perde la strada. Ammette di essere innamorato anche lui, e che quest'amore ha già prodotto le sue follie, ma scrive il poema in un momento di lucidità.

Nel castello del pastore, Orlando viene progressivamente privato dei suoi attributi cavallereschi. Quando scopre il bracciale di Angelica, il suo dolore diventa incontenibile e lo porta alla follia completa, che si manifesta all'alba in un luogo isolato della selva.

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Il viaggio di Astolfo sulla luna

Il senno di Orlando, perduto per amore, deve essere recuperato per permettere ai cristiani di prevalere nella guerra contro i saraceni. Nel canto XXXIV, Ariosto descrive un intervento soprannaturale Astolfo, guidato da San Giovanni Evangelista, vola sulla luna per recuperare il senno del paladino.

Questo episodio rappresenta un omaggio a Dante, ma con significato completamente diverso. Se il viaggio dantesco aveva uno scopo spirituale, quello di Astolfo è immanente e contiene elementi ironici, quasi satireschi. Il viaggio segue la cosmologia aristotelico-tolemaica per raggiungere la Luna bisogna superare il cerchio del fuoco che separa la Terra dall'orbita lunare.

La descrizione della Luna contraddice le teorie aristoteliche dominanti all'epoca

  • Non è una sfera perfetta ed eterea, ma ha imperfezioni
  • È descritta come simile alla Terra e di dimensioni comparabili
  • Non è intrinsecamente superiore o inferiore alla Terra

Questa visione introduce elementi di relativismo che mettono in discussione la concezione geocentrica e antropocentrica la Terra non è necessariamente superiore a ciò che la circonda, ed è solo "un'aiuola che ci fa tanto feroci" (citazione dantesca).

Sulla Luna, Astolfo trova un catalogo della vanità tutto ciò che è stato smarrito sulla Terra, comprese le qualità e le cose inutili che gli uomini ricercano affannandosi. Tra queste

  • Preghiere e voti non mantenuti
  • Sospiri degli amanti
  • Tempo perso nei giochi d'azzardo
  • Progetti mai realizzati e desideri vani

Nota filosofica Il rapporto tra Luna e Terra simboleggia quello tra senno e follia sono complementari ma antitetici. Se il senno aumenta sulla Luna, diminuisce sulla Terra. La perdita del senno di Orlando non è l'eccezione ma la regola del genere umano.

Astolfo trova non solo il senno di Orlando, ma anche parte del proprio. La saggezza, secondo Ariosto, consiste nel distacco e nel disincanto, nel prendersi meno sul serio e nel non credere fino in fondo che tutto possa essere afferrato. È un invito alla giusta misura, all'aura mediocritas oraziana che costituisce il fondamento dell'ideologia ariostesca.

Recuperato il senno in un'ampolla, Astolfo lo farà inalare a Orlando, che rinsavisce e riprende il suo ruolo nella battaglia, portando i cristiani alla vittoria finale.

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Le Satire l'intellettuale e il potere

Oltre all'Orlando Furioso, Ariosto esprime la sua visione del mondo nelle Satire, composte tra il 1517 e il 1525. Ispirandosi non alle Saturae di Orazio ma alle sue Epistulae, Ariosto scrive sette componimenti in terzine dantesche indirizzati a destinatari reali familiari, amici, intellettuali del suo tempo.

Il denominatore comune delle Satire è lo stesso dell'Orlando la necessità di disillusione e di distacco dalle situazioni illusorie. La prima satira, in particolare, spiega le ragioni del suo rifiuto di continuare a lavorare per il cardinale Ippolito d'Este.

Il nucleo tematico fondamentale delle Satire è l'antitesi tra libertà (e quindi solitudine) e servizio (che l'intellettuale fornisce al suo signore). Ariosto afferma che la libertà di pensiero è impagabile, è ciò a cui un intellettuale non può rinunciare, anche a costo della povertà.

Nella prima satira, Ariosto denuncia la mancanza di riconoscenza del cardinale per la sua opera poetica. Riporta che Ippolito gli aveva detto di "mandare i suoi versi al culiseo", dimostrando di non apprezzare la sua arte ma solo i servizi pratici. Attraverso un alternarsi di registri alti e bassi, Ariosto

  • Critica chi rinuncia alla propria libertà per servire un signore
  • Afferma di preferire la quiete alla ricchezza
  • Elogia il principio umanistico della superiorità dello studio

Citazione significativa "Lo studio non può essere negletto. Se non procura cibo al corpo, procura quello della mente. La libertà è il sommo bene, e la povertà è il prezzo da pagare."

Le Satire, pubblicate postume nel 1535, rappresentano la più chiara dichiarazione del pensiero di Ariosto sul rapporto dell'intellettuale con il potere un rapporto che deve mantenere il giusto distacco, secondo l'ideale umanistico dell'autonomia intellettuale.

In conclusione, l'opera di Ariosto si configura come una raffinata riflessione sulla condizione umana, sui limiti delle aspirazioni individuali e sulla necessità di un sano disincanto. Attraverso l'ironia e il distacco, ci insegna che la vera saggezza consiste nel non prendere troppo sul serio né se stessi né i propri ideali, mantenendo sempre quella "giusta misura" che permette di distinguere tra realtà e illusione.

14.09.2023
Ariosto
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Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

Che cos'è l'assistente AI di Knowunity?

Il nostro assistente AI è costruito specificamente per le esigenze degli studenti. Sulla base dei milioni di contenuti presenti sulla piattaforma, possiamo fornire agli studenti risposte davvero significative e pertinenti. Ma non si tratta solo di risposte, l'assistente è in grado di guidare gli studenti attraverso le loro sfide quotidiane di studio, con piani di studio personalizzati, quiz o contenuti nella chat e una personalizzazione al 100% basata sulle competenze e sugli sviluppi degli studenti.

Dove posso scaricare l'applicazione Knowunity?

È possibile scaricare l'applicazione dal Google Play Store e dall'Apple App Store.

Knowunity è davvero gratuita?

Sì, hai accesso completamente gratuito a tutti i contenuti nell'app e puoi chattare o seguire i Creatori in qualsiasi momento. Sbloccherai nuove funzioni crescendo il tuo numero di follower. Inoltre, offriamo Knowunity Premium, che consente di studiare senza alcun limite!!

Non c'è niente di adatto? Esplorare altre aree tematiche.

Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

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4.8/5

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Anastasia

utente Android

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Francesca

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Marianna

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Sudenaz Ocak

utente Android

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Greenlight Bonnie

utente Android

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Aurora

utente Android

L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

utente iOS

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Chiara

utente IOS

Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

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Stefano S

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Samantha Klich

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Wow, sono davvero stupita. Ho appena provato l'app perché l'ho vista pubblicizzata molte volte e sono rimasta assolutamente sbalordita. Questa app è L'AIUTO che cercate per la scuola e soprattutto offre tantissime cose, come allenamenti e schede, che a me personalmente sono state MOLTO utili.

Anna

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È bellissima questa app, la adoro. È utilissima per lo studio e mi aiuta molto, anzi moltissimo, ma soprattutto mi aiutano molto i quiz, per memorizzare anche quello che non sapevo

Anastasia

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Francesca

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Marianna

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L'applicazione è semplicemente fantastica! Tutto ciò che devo fare è inserire l'argomento nella barra di ricerca e ottengo la risposta molto velocemente. Non devo guardare 10 video di YouTube per capire qualcosa, quindi risparmio tempo. Consigliatissima!

Sudenaz Ocak

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A scuola andavo malissimo in matematica, ma grazie a questa applicazione ora vado meglio. Vi sono molto grato per aver creato questa app.

Greenlight Bonnie

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Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

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Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

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Italiano

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Ariosto e il suo Mondo: Orlando Furioso e Altre Opere

C

Camilla Baroni

@amillaaroni_two7pyl9

L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto rappresenta il capolavoro della letteratura rinascimentale italiana. Composto tra il 1502 e il 1532, il poema incarna perfettamente l'equilibrio, la misura e la simmetria compositiva tipici del Rinascimento. Attraverso la sua opera, Ariosto ci offre... Mostra di più

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Ariosto e il Rinascimento

Ludovico Ariosto (1474-1533) è forse l'autore più emblematico del Rinascimento italiano, non solo per la sua collocazione cronologica, ma soprattutto per il suo stile caratterizzato da equilibrio e simmetria compositiva. Questi tratti si manifestano innanzitutto nella forma metrica scelta per il suo capolavoro: l'ottava.

L'ottava è una strofa di 8 endecasillabi con un sistema di rime fisse che Ariosto contribuì a canonizzare: i primi sei versi sono a rime alternate (ABABAB), mentre gli ultimi due a rima baciata (CC). Questa struttura non è casuale, ma estremamente funzionale al ritmo narrativo del poema: permette infatti di iniziare e concludere un discorso all'interno della stessa strofa, conferendo completezza al pensiero e facilitando la memorizzazione grazie alla sua musicalità.

L'Orlando Furioso è un ibrido tra due generi letterari: l'epica e il romanzo cavalleresco. Entrambi avevano come protagonisti i cavalieri, figure centrali nella società basso-medievale. Da un lato troviamo le Chanson de Geste, poemi epici che trasmettevano valori identitari legati alla difesa del cristianesimo (come la Chanson de Roland); dall'altro il romanzo cavalleresco che, pur mantenendo la forma poetica, dava maggiore spazio all'individualità del protagonista, introducendo elementi fantastici e tematiche amorose.

Curiosità: L'ottava non fu inventata da Ariosto - già Boccaccio l'aveva utilizzata in opere come il Ninfale Fiesolano, il Teseida e il Filostrato - ma fu lui a renderla la forma canonica del poema cavalleresco.

Ariosto ha un rapporto complesso con la corte Estense di Ferrara, che costituisce sia l'ambiente reale in cui vive sia il modello per la corte ideale di Carlo Magno descritta nel poema. Questo rapporto conflittuale si riflette nella sua opera, dove l'autore non si presenta come un intellettuale al servizio del potere, ma mantiene una propria autonomia critica.

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Realtà e finzione nell'Orlando Furioso

Il rapporto tra realtà e finzione nell'Orlando Furioso è dialettico e complesso. Per Ariosto, proiettarsi in un mondo di fantasia ha molteplici significati: da un lato rappresenta un rifugio e un'evasione dalla realtà, specialmente nei periodi più difficili della sua vita; dall'altro costituisce una denuncia sociale della vita di corte e dei suoi mecenismi.

Il fil rouge della produzione ariostesca è il mettere in guardia dalle aspirazioni illusorie che esercitano forte attrattiva sull'uomo. La poesia di Ariosto ha quindi una funzione morale: ci avverte che ogni ideale è potenzialmente ingannevole. Lo strumento che permette di mantenere questo sguardo critico è l'ironia, quel giusto distacco che consente di separare il piano dell'ideale da quello del reale.

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Il poema si sviluppò attraverso tre edizioni curate personalmente dall'autore:

  1. La prima del 1516, in 40 canti, con una lingua ancora influenzata dall'area padana
  2. La seconda del 1521, riveduta linguisticamente verso il modello fiorentino
  3. La terza del 1532, ulteriormente toscanizzata e ampliata a 46 canti

Attenzione! Questi trent'anni di revisioni coincisero con profondi cambiamenti storici in Italia, che perse la sua autonomia e divenne teatro delle guerre tra Francia e Spagna. Questi eventi influenzarono profondamente l'opera.

Le vicende narrate nel poema possono essere ricondotte a tre filoni principali: la guerra tra cristiani e saraceni (sfondo epico), l'innamoramento di Orlando (filone romanzesco) e il matrimonio tra Ruggiero e Bradamante (filone encomiastico, che celebra le origini della famiglia Este).

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Nel 1525 avviene una svolta letteraria fondamentale: Pietro Bembo pubblica le "Prose della Volgar Lingua", opera capitale che codifica il modello linguistico italiano. Ariosto, amico di Bembo, non può ignorare questa innovazione e si dedica a una profonda revisione della sua opera.

La terza e definitiva edizione dell'Orlando Furioso (1532) non solo adotta pienamente il modello toscano-petrarchesco, ma viene ampliata fino a raggiungere 46 canti. L'Italia nel frattempo è profondamente cambiata, ha perso la sua autonomia politica e si trova contesa tra le potenze straniere durante le guerre d'Italia.

Il poema si costruisce attorno a due forze narrative contrapposte:

  1. La spinta centrifuga rappresentata da Angelica, principessa del Catai. Questo personaggio sfuggente mette in moto la quête (ricerca) dei cavalieri, che nel viaggio finiscono per scoprire se stessi, spesso mossi dal sentimento amoroso.

  2. La spinta centripeta basata sull'entrelacement, l'intreccio di più vicende che si svolgono simultaneamente. Ariosto interrompe sapientemente una narrazione nel punto di massima suspense per passare a un'altra, creando un sistema di rimandi e attese.

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Le molteplici vicende del poema si articolano in tre filoni principali:

  • Il filone epico della guerra tra cristiani e saraceni
  • Il filone romanzesco dell'innamoramento e della pazzia di Orlando
  • Il filone encomiastico del matrimonio tra Ruggiero e Bradamante

Ricorda: Nel filone romanzesco, Orlando perde il senno per amore di Angelica, che lo rifiuta preferendogli Medoro, un umile fante saraceno. Il suo senno verrà poi recuperato da Astolfo che, volando sull'ippogrifo, raggiungerà la luna dove sono conservate tutte le cose perdute sulla Terra.

Nel Proemio del poema, già al quinto verso compare il termine "furore", chiave di lettura dell'intera opera. L'incipit contiene la protasi (l'argomento del poema) che prosegue nella seconda ottava, mentre dalla terza emerge l'intento encomiastico verso il cardinale Ippolito d'Este, anche se non senza sottili note di ironia.

14.09.2023
Ariosto
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La fuga di Angelica e il Castello di Atlante

La fuga di Angelica è il motore narrativo dell'Orlando Furioso. Il poema riprende esattamente da dove Boiardo aveva interrotto il suo Orlando Innamorato: Orlando ha portato Angelica in Francia, ma la sua presenza nel campo cristiano è fonte di distrazione. Carlo Magno decide di affidarla temporaneamente al vassallo Namo di Baviera, promettendola in premio al paladino più valoroso. Durante una battaglia, Angelica approfitta della confusione per fuggire.

È interessante notare come in Ariosto la demarcazione tra cristiani e musulmani non sia netta come sarà poi in Tasso. Pur attribuendo ai saraceni la responsabilità della guerra, Ariosto non esita a riconoscere le qualità positive di singoli personaggi musulmani, come Ruggiero. Questo approccio più sfumato riflette il clima culturale pre-Controriforma.

Durante la sua fuga, Angelica incontra prima Rinaldo, poi il saraceno Ferraù. Quest'ultimo, nonostante la sua fede diversa, si comporta secondo il codice cavalleresco, offrendo aiuto alla dama in difficoltà. Quando Rinaldo sopraggiunge, i due intraprendono un duello, e Angelica ne approfitta per fuggire nuovamente.

Il Castello di Atlante rappresenta uno degli episodi più significativi del poema. Atlante è un mago che ha cresciuto Ruggiero e, conoscendo la sua futura conversione al cristianesimo e morte prematura, cerca di ostacolarne il destino. Nel canto XII, costruisce un castello incantato che, come un vortice del nulla, attrae numerosi personaggi promettendo loro di trovare l'oggetto del loro desiderio.

Il castello è descritto come una splendida architettura manierista:

  • Realizzato con marmi preziosi di diversi colori
  • Con porte ornate d'oro e pareti coperte da arazzi
  • Dove tutto è nascosto e i suoni sono ovattati

Riflessione: Il castello di Atlante simboleggia l'illusorietà delle aspirazioni umane. È un "regno delle illusioni" dove i personaggi credono di poter trovare ciò che cercano, ma in realtà vagano senza mai afferrare nulla. È la massima espressione della visione disincantata di Ariosto.

Atlante diventa quasi una controfigura del poeta stesso: entrambi modellano la realtà a loro piacimento, sono onniscienti e manovrano le scene. La differenza è che Ariosto, a differenza di Atlante, possiede anche la chiave per liberare i suoi personaggi dalle illusioni.

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La pazzia di Orlando

Nel canto XIX del poema, Angelica incontra il giovane fante saraceno Medoro, gravemente ferito, e lo soccorre. Mentre lo cura, finisce per innamorarsi di lui, fino a concedergli la sua verginità e sposarlo in una cerimonia aconfessionale.

La pazzia di Orlando rappresenta il momento centrale del poema cantiXXIIIXXIVcanti XXIII-XXIV. Orlando, inseguendo un avversario, capita proprio nei luoghi dove Angelica e Medoro hanno vissuto il loro amore. Qui trova numerose tracce della loro relazione:

  • Iscrizioni sugli alberi con i nomi di entrambi
  • Un epigramma in versi composto da Medoro all'ingresso di una grotta
  • Il racconto di un pastore che li ha ospitati
  • Un bracciale di Angelica lasciato come ringraziamento

Nonostante i tentativi di automistificazione (convincersi che si tratti di un'altra Angelica o che "Medoro" sia un soprannome che lei gli ha dato), Orlando deve infine accettare la verità: Angelica ha scelto un umile fante saraceno invece del grande paladino cristiano.

Il dolore è così devastante che Orlando perde il senno, spogliandosi letteralmente delle sue caratteristiche di cavaliere e riducendosi a uno stato ferino. La sua pazzia rappresenta il rovesciamento del codice cavalleresco: da difensore della fede diventa una bestia furiosa.

Confronto con Dante: Se nella concezione stilnovistica l'amore implica un automatismo di reciprocità (l'amato non può non ricambiare), Orlando pretende che Angelica corrisponda il suo amore. La libertà di Angelica consiste proprio nello spezzare questa catena, scegliendo chi amare. Chi non comprende questa libertà paga con la gelosia e la perdita del senno.

Ariosto stesso, all'inizio del canto XXIV, riflette sulla natura dell'amore: è un elemento dionisiaco, una forza che fa perdere se stessi. Usando la metafora della selva, paragona l'amore a un luogo intricato in cui, una volta addentrati, si perde la strada. Ammette di essere innamorato anche lui, e che quest'amore ha già prodotto le sue follie, ma scrive il poema in un momento di lucidità.

Nel castello del pastore, Orlando viene progressivamente privato dei suoi attributi cavallereschi. Quando scopre il bracciale di Angelica, il suo dolore diventa incontenibile e lo porta alla follia completa, che si manifesta all'alba in un luogo isolato della selva.

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Il viaggio di Astolfo sulla luna

Il senno di Orlando, perduto per amore, deve essere recuperato per permettere ai cristiani di prevalere nella guerra contro i saraceni. Nel canto XXXIV, Ariosto descrive un intervento soprannaturale: Astolfo, guidato da San Giovanni Evangelista, vola sulla luna per recuperare il senno del paladino.

Questo episodio rappresenta un omaggio a Dante, ma con significato completamente diverso. Se il viaggio dantesco aveva uno scopo spirituale, quello di Astolfo è immanente e contiene elementi ironici, quasi satireschi. Il viaggio segue la cosmologia aristotelico-tolemaica: per raggiungere la Luna bisogna superare il cerchio del fuoco che separa la Terra dall'orbita lunare.

La descrizione della Luna contraddice le teorie aristoteliche dominanti all'epoca:

  • Non è una sfera perfetta ed eterea, ma ha imperfezioni
  • È descritta come simile alla Terra e di dimensioni comparabili
  • Non è intrinsecamente superiore o inferiore alla Terra

Questa visione introduce elementi di relativismo che mettono in discussione la concezione geocentrica e antropocentrica: la Terra non è necessariamente superiore a ciò che la circonda, ed è solo "un'aiuola che ci fa tanto feroci" (citazione dantesca).

Sulla Luna, Astolfo trova un catalogo della vanità: tutto ciò che è stato smarrito sulla Terra, comprese le qualità e le cose inutili che gli uomini ricercano affannandosi. Tra queste:

  • Preghiere e voti non mantenuti
  • Sospiri degli amanti
  • Tempo perso nei giochi d'azzardo
  • Progetti mai realizzati e desideri vani

Nota filosofica: Il rapporto tra Luna e Terra simboleggia quello tra senno e follia: sono complementari ma antitetici. Se il senno aumenta sulla Luna, diminuisce sulla Terra. La perdita del senno di Orlando non è l'eccezione ma la regola del genere umano.

Astolfo trova non solo il senno di Orlando, ma anche parte del proprio. La saggezza, secondo Ariosto, consiste nel distacco e nel disincanto, nel prendersi meno sul serio e nel non credere fino in fondo che tutto possa essere afferrato. È un invito alla giusta misura, all'aura mediocritas oraziana che costituisce il fondamento dell'ideologia ariostesca.

Recuperato il senno in un'ampolla, Astolfo lo farà inalare a Orlando, che rinsavisce e riprende il suo ruolo nella battaglia, portando i cristiani alla vittoria finale.

14.09.2023
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Le Satire: l'intellettuale e il potere

Oltre all'Orlando Furioso, Ariosto esprime la sua visione del mondo nelle Satire, composte tra il 1517 e il 1525. Ispirandosi non alle Saturae di Orazio ma alle sue Epistulae, Ariosto scrive sette componimenti in terzine dantesche indirizzati a destinatari reali: familiari, amici, intellettuali del suo tempo.

Il denominatore comune delle Satire è lo stesso dell'Orlando: la necessità di disillusione e di distacco dalle situazioni illusorie. La prima satira, in particolare, spiega le ragioni del suo rifiuto di continuare a lavorare per il cardinale Ippolito d'Este.

Il nucleo tematico fondamentale delle Satire è l'antitesi tra libertà (e quindi solitudine) e servizio (che l'intellettuale fornisce al suo signore). Ariosto afferma che la libertà di pensiero è impagabile, è ciò a cui un intellettuale non può rinunciare, anche a costo della povertà.

Nella prima satira, Ariosto denuncia la mancanza di riconoscenza del cardinale per la sua opera poetica. Riporta che Ippolito gli aveva detto di "mandare i suoi versi al culiseo", dimostrando di non apprezzare la sua arte ma solo i servizi pratici. Attraverso un alternarsi di registri alti e bassi, Ariosto:

  • Critica chi rinuncia alla propria libertà per servire un signore
  • Afferma di preferire la quiete alla ricchezza
  • Elogia il principio umanistico della superiorità dello studio

Citazione significativa: "Lo studio non può essere negletto. Se non procura cibo al corpo, procura quello della mente. La libertà è il sommo bene, e la povertà è il prezzo da pagare."

Le Satire, pubblicate postume nel 1535, rappresentano la più chiara dichiarazione del pensiero di Ariosto sul rapporto dell'intellettuale con il potere: un rapporto che deve mantenere il giusto distacco, secondo l'ideale umanistico dell'autonomia intellettuale.

In conclusione, l'opera di Ariosto si configura come una raffinata riflessione sulla condizione umana, sui limiti delle aspirazioni individuali e sulla necessità di un sano disincanto. Attraverso l'ironia e il distacco, ci insegna che la vera saggezza consiste nel non prendere troppo sul serio né se stessi né i propri ideali, mantenendo sempre quella "giusta misura" che permette di distinguere tra realtà e illusione.

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Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

Che cos'è l'assistente AI di Knowunity?

Il nostro assistente AI è costruito specificamente per le esigenze degli studenti. Sulla base dei milioni di contenuti presenti sulla piattaforma, possiamo fornire agli studenti risposte davvero significative e pertinenti. Ma non si tratta solo di risposte, l'assistente è in grado di guidare gli studenti attraverso le loro sfide quotidiane di studio, con piani di studio personalizzati, quiz o contenuti nella chat e una personalizzazione al 100% basata sulle competenze e sugli sviluppi degli studenti.

Dove posso scaricare l'applicazione Knowunity?

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Recensioni dei nostri utenti. Ci adorano - e anche tu, vedrai .

4.9/5

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4.8/5

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