Meriggiare pallido e assorto: la condizione di prigionia
Meriggiare pallido e assorto presenta la condizione esistenziale dell'uomo come una camminata lungo un muro invalicabile. I cocci aguzzi di bottiglia sulla sommità impediscono di scavalcarlo, simboleggiando i limiti invalicabili dell'esistenza.
L'uso dell'infinito estende il discorso a livello universale, diversamente dai futuristi. Il paesaggio ligure è arido e disarmonico: rami secchi, fruscii, serpenti, mare descritto come "scaglie" dure e il sole che abbaglia invece di dare energia.
Le formiche che si riuniscono sui mucchi di terra alludono alla condizione umana - esseri piccoli e indaffarati, richiamando Leopardi e la Ginestra. L'aridità del paesaggio rappresenta l'aridità dello spirito, in netto contrasto con l'armonia di Alcyone.
Nota bene: Le sonorità aspre e le rime ipermetre come"veccia/intreccia" caratterizzano lo stile montaliano, simile a Pascoli per l'aspetto fonico.
Spesso il male di vivere: il correlativo oggettivo
In Spesso il male di vivere ho incontrato, Montale presenta la sua tecnica del correlativo oggettivo: ogni oggetto diventa portatore di un messaggio cifrato, poiché non esiste nulla oltre il tangibile.
La prima strofa elenca gli oggetti che rappresentano il male di vivere: la foglia riarsa, il cavallo stramazzato, il rivo strozzato. Sono tutti elementi della natura che diventano "relitti" quando perdono la vita, trasformandosi in semplici oggetti del male.
La seconda strofa presenta la divina indifferenza attraverso la statua, la nuvola e il falco alto. Queste figure rappresentano l'impossibilità di essere toccati dalla sofferenza, ma anche l'impossibilità umana di condividere veramente il dolore altrui - una riflessione che recupera e supera Leopardi.