A se stesso - L'addio definitivo alle illusioni
Immagina di essere così deluso da dover parlare al tuo stesso cuore per convincerlo a smettere di sperare. Questo è esattamente quello che fa Leopardi in questa poesia del Ciclo di Aspasia, dopo essere stato ferito dalla storia d'amore con Fanny Targioni Tozzetti.
La donna lo aveva illuso mostrandogli interesse, facendogli credere in un amore eterno che invece è durato pochissimo. Ma Leopardi non si abbatte come un ragazzino: reagisce con dignità e determinazione, esortando il proprio cuore a trovare pace ben tre volte nel corso della poesia.
Quello che rende questa poesia universale è come Leopardi passa dalla sua esperienza personale a una riflessione su tutta l'umanità. L'amore è un'illusione - la più dolce, ma sempre un'illusione. E quando finisce, ci resta solo l'amara verità: la vita è fatta di amarezza e noia, il mondo è "fango".
💡 Nota bene: È la prima volta che Leopardi parla direttamente a se stesso invece che a interlocutori esterni - questo rende il componimento ancora più intimo e drammatico.
La poesia si conclude con una scelta coraggiosa: pur riconoscendo nella morte l'unica via d'uscita, Leopardi sceglie di resistere ancora, dimostrando una forza d'animo straordinaria.
Dal punto di vista stilistico, la drammaticità è amplificata dalla brevità (solo 16 versi), da frasi spezzate dalla punteggiatura e da enjambement che creano un ritmo incalzante. La struttura è matematicamente perfetta: tre blocchi di 5 versi ciascuno conschema7−11−11−7−11 più un endecasillabo finale isolato che chiude tutto con grande effetto drammatico.