Guerra: Trauma e Trasformazione
La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) spezzò per sempre l'ottimismo ottocentesco, trasformando milioni di giovani europei da entusiasti patrioti in testimoni traumatizzati della "follia del genere umano". Giuseppe Ungaretti incarnò perfettamente questa trasformazione.
Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1888, Ungaretti partecipò volontariamente al conflitto credendo che potesse favorire uguaglianza e identità nazionale. Invece, l'esperienza delle trincee gli rivelò l'orrore della guerra moderna: milioni di morti senza significativi guadagni territoriali, battaglie come Verdun e la Somme che si trasformarono in massacri.
La raccolta "L'Allegria" (1914-1919) nacque da questa esperienza traumatica. Il titolo, apparentemente paradossale, accosta l'allegria al naufragio in un ossimoro che sintetizza l'esperienza bellica: dalla distruzione può nascere un nuovo slancio verso la vita. I versi brevissimi, privi di punteggiatura, le parole essenziali cariche di significato - tutto riflette la necessità di trovare un linguaggio nuovo per esprimere l'inesprimibile.
Tecnica poetica: Ungaretti inventa lo "stile telegrafico" - poche parole che valgono interi discorsi. Perfetto per esprimere l'intensità dell'esperienza bellica!
Il conflitto causò 16 milioni di morti e la caduta di quattro imperi tedesco,austro−ungarico,ottomano,russo. Le conseguenze del Trattato di Versailles (1919), con le sue pesanti riparazioni imposte alla Germania, crearono le condizioni per l'ascesa dei totalitarismi e la Seconda Guerra Mondiale.
Kant, già nell'Settecento, aveva intuito la necessità di superare la guerra attraverso un diritto cosmopolitico: una federazione di stati repubblicani guidata non da monarchi assoluti, ma da cittadini che subiscono direttamente le conseguenze dei conflitti. Un'intuizione profetica che anticipa organismi come l'ONU.