Il mondo come volontà
La svolta rivoluzionaria di Schopenhauer sta nel considerare il noumeno non come inconoscibile (come sosteneva Kant), ma come accessibile attraverso l'esperienza del corpo. Il corpo è oggetto di rappresentazione, ma ci permette anche di intuire direttamente la volontà di vivere che lo anima.
Questa volontà rappresenta l'essenza stessa della realtà, il noumeno. Si tratta di una forza unica che, pur apparendo divisa nei fenomeni, è in realtà indivisibile. È una potenza primordiale, cieca e irrazionale, che agisce senza scopo e rende tutti gli esseri suoi schiavi, costringendoli a desiderare continuamente.
L'uomo, essendo più consapevole della propria condizione, è l'essere più sofferente. La sua esistenza oscilla continuamente tra dolore (quando desidera ciò che non ha) e noia (quando ottiene ciò che desidera). Schopenhauer paragona la vita a un pendolo che oscilla tra queste due condizioni, senza possibilità di pace duratura.
🔍 Il pessimismo di Schopenhauer non è un semplice atteggiamento emotivo, ma una visione cosmologica: la sofferenza è inscritta nella struttura stessa del mondo, dominato da una volontà cieca e insaziabile.
Questa visione del mondo come dominato da una forza irrazionale rappresenta il pessimismo cosmico di Schopenhauer, che trova paralleli nel pensiero di Leopardi. Il suicidio, che potrebbe sembrare una via d'uscita, viene rifiutato dal filosofo poiché è esso stesso un atto di volontà, e quindi non libera veramente dalla schiavitù.