Kierkegaard: l'esistenza come scelta soggettiva
Søren Kierkegaard (1813-1855), filosofo danese, vive un'esistenza segnata dal senso di colpa familiare e dalla rottura del fidanzamento con Regine Olsen nel 1841, decisione che lo tormenterà per sempre.
La sua produzione si divide in tre gruppi: i Papirer (diari personali), gli scritti religiosi (comunicazione diretta) e le opere filosofiche pubblicate sotto pseudonimi diversi (comunicazione indiretta).
Kierkegaard critica la filosofia sistematica di Hegel. Non esiste una "verità oggettiva" - ogni verità è sempre "verità-per-qualcuno", soggettiva. Per questo usa eteronimi (non semplici pseudonimi): personaggi diversi che rappresentano diverse possibilità esistenziali.
Si ispira a Socrate e alla sua ironia per far vacillare le false certezze. La sua "comunicazione d'esistenza" si rivolge al singolo individuo, non alla massa, usando forme narrative come diari e lettere.
💡 Tecnica di scrittura: Kierkegaard non nasconde la sua identità per vanità, ma perché ritiene che molti filosofi non vivano coerentemente con quello che scrivono.