Il pessimismo filosofico e i collegamenti con Leopardi
"La vita è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia" - questa frase riassume perfettamente il pessimismo di Schopenhauer. Interessante notare come lui e Leopardi, pur non conoscendosi mai, arrivarono alle stesse conclusioni sulla condizione umana!
Entrambi criticarono duramente la società razionale del loro tempo e videro la natura non più come madre, ma come matrigna - indifferente ai bisogni dell'uomo. Il principio di causalità governa il mondo fenomenico: ogni evento presente è determinato necessariamente da una causa passata, creando una rete inestricabile di fenomeni collegati.
Per entrambi i filosofi, l'unico momento di vera gioia è l'attesa - pensate al "Sabato del villaggio" di Leopardi, dove l'attesa della festa è più bella della festa stessa. La felicità reale dura pochissimo e presto torniamo alla sofferenza del desiderio.
L'unica via d'uscita? L'arte (pura contemplazione che annulla temporaneamente il dolore) e la vita ascetica, dove si rinuncia al continuo desiderare per raggiungere una pace interiore simile al nirvana orientale.
💡 Connessione chiave: Sia Schopenhauer che Leopardi appartengono al Romanticismo, movimento che rivaluta l'irrazionale, il corpo e i sentimenti rispetto alla pura ragione illuminista.