I protagonisti: ritratti psicologici
Il ritratto di Pompeo รจ quello di un eroe del passato. Lucano lo descrive con la famosa similitudine della quercia: un albero maestoso ma ormai fragile, che teme che "le nuove geste oscurino gli antichi trionfi e l'alloro della guerra piratica ceda alla vittoria sui Galli". ร un personaggio "non eroico", passivo, incerto, caratterizzato da una sorta di senilitร politica.
Questa debolezza si accompagna perรฒ a una dimensione umana: sostituisce la grandezza politica perduta con quella affettiva, dedicandosi alla sfera intima. Solo con la morte si riscatta, diventando martire della repubblica.
Cesare รจ l'opposto: personaggio fisso, negativo, mosso dal furor. "In Cesare non era solo un nome, una gloria di capo, ma un valore instancabile, ed unica vergogna vincere senza combattere". ร "fiero e indomito", porta "la mano dovunque lo chiamava la speranza o l'ira", non risparmia mai il ferro. Lucano lo paragona a un fulmine devastatore che "piombando e impennandosi, infligge una grande, vasta strage".
La sua empietร รจ totale: attraversa illegalmente il Rubicone, abbatte personalmente il bosco sacro di Marsiglia quando i soldati si rifiutano per timore religioso, lascia insepolti i nemici dopo Farsalo.
Confronto: Dove Enea si piega al volere divino per fondare Roma, Cesare sfida ogni autoritร superiore per pura brama di dominio.