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Giolitti - Età giolittiana

19/9/2022

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L'ETA' GIOLITTIANA
(Chiamata così perché a capo del governo italiano c'era Giovanni Giolitti.) Si tratta di un periodo
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L'ETA' GIOLITTIANA (Chiamata così perché a capo del governo italiano c'era Giovanni Giolitti.) Si tratta di un periodo piuttosto complesso perché l'Italia era arretrata soprattutto nel meridione, il lavoro si concentrava principalmente al nord, era un popolo diviso, assenza di un'unità linguistica e gli operai avevano turni di lavoro lunghissimi, salari bassissimi, vi era lo sfruttamento minorile e femminile e non c'erano tutele per i lavoratori. Nel 1900 venne assassinato il re Umberto dall'anarchico Gaetano Bresci. (Ciò significa che il popolo vedeva la monarchia come fonte di tutti i problemi) Salì al trono Vittorio Emanuele III, il quale affidò il governo a Zanardelli, esponente della sinistra storica. Nel governo Zanardelli comparve come ministro degli interni Giovanni Giolitti che da subito si mostrò capace, con un'idea ben precisa di come risolvere determinati problemi. In particolare voleva risolvere il problema degli scioperi, molto frequenti nel nord Italia. Giolitti sosteneva che non intervenendo prima o poi gli scioperi sarebbero cessati da soli in quanto gli operai non avrebbero percepito lo stipendio. Convinse così il governo Zanardelli a non intervenire più in caso di sciopero e in pochi mesi si passò da 40.0000 a 400.000 scioperanti, il messaggio percepito da questi ultimi era che lo stato non avesse più la forza di portarli in fabbrica. Giolitti aveva capito che fosse...

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Didascalia alternativa:

fondamentale che il governo collaborasse con tutti i partiti politici, in particolare puntava ad una sorta di alleanza con i socialisti riformisti guidati da Filippo Turati. Il partito socialista aveva però deciso di non allearsi con nessuno, in quanto nessun altro partito incarnava i loro ideali. Giolitti cercò di convincerli assicurando loro che tramite un'alleanza sarebbero riusciti a salire al governo. Turati però si rifiutò. Scoppiò uno sciopero che coinvolse mezza Italia, al quale parteciparono per la prima volta anche i cattolici. Giolitti chiese direttamente al re nuove elezioni, in quanto quello sciopero era il segno che lo stato italiano non era più in grado di gestire il problema. Venne così sciolto il governo e Giolitti lasciò la politica per un anno, al suo ritorno divenne capo di governo e vi restò per tre anni (dal 1906 al 1909) -> primo governo Giolitti. Iniziò una stretta collaborazione con Turati per la tutela dei lavoratori. E si stabilì per la prima volta che tutti i lavoratori avessero diritto ad 1 giorno festivo, vennero regolamentati i turni notturni, e si stabilirono quali fossero gli operai più a rischio (es. industrie chimiche) con tutele in più. Vennero nazionalizzate le ferrovie e vennero creati provvedimenti protezionistici per favorire le merci italiane. Giolitti fece costruire molte scuole, soprattutto nel meridione, vennero effettuati molti lavori pubblici e vennero costruiti nuovi edifici postali, la posta divenne finalmente un servizio presente in tutta Italia. Grazie a tutto ciò la produzione italiana aumentò in modo complessivo fino alla Prima guerra mondiale. Decollarono alcuni settori industriali (siderurgico - elettrico- meccanico) la Fiat divenne leader europeo per le automobili insieme alla Lancia e all'Alfa Romeo. Nacquero la Olivetti (macchina da scrivere) la Pirelli (gomme) e la Edison (industria elettrica). Rimase però aperta la questione meridionale, il sud era profondamente arretrato e vi era un fenomeno migratorio fortissimo verso il nord e verso l'estero, le campagne del meridione rimasero abbandonate. Il sud Italia era arretrato da tutti i punti di vista: mancavano le infrastrutture, gli acquedotti, quasi tutti erano impiegati nell'agricoltura. Giolitti voleva aiutare il meridione ma venne accusato di essere un doppio volto da parte di un giornalista, ovvero: da una parte Giolitti cercava di aiutare il meridione, dall'altra favoriva sempre il nord. Giolitti cercò di portare le industrie anche al sud, ma il problema era la gente che non si fidava ad andare a lavorare in fabbrica e restava nelle campagne impedendo il decollo delle fabbriche, inoltre i proprietari trattavano gli operai come degli schiavi. Con le elezioni del 1909 il governo Giolitti ebbe la minoranza, Giolitti si dimise e tornò nel 1911, anno in cui iniziò il secondo governo Giolitti che diede il via a due grandi novità: Espansione coloniale in Libia Suffragio universale maschile a tutti i maggiorenni (il problema era che poteva votare solo chi era in grado di leggere e scrivere ma il tasso di analfabetismo in Italia era altissimo). A livello di politica estera l'Italia era schierata con la Triplice alleanza (Austria e Germania), ma aveva rafforzato i rapporti con la Francia, per la questione del nord Africa. L'Italia guardava i Balcani, molto frammentati, come territori che prima o poi avrebbero potuto occupare. Nei primi del 900 si parlava di giri di valzer, ovvero un continuo rimescolarsi delle alleanze europee. L'Italia economicamente si avvicinava molto alla Francia, impegnandosi a non intervenire in Marocco, occupato dai francesi, nonostante i marocchini avessero chiesto l'aiuto dell'Italia e in cambio la Francia cedette la possibilità all'Italia di prendere la Libia. Anche i tedeschi puntavano a costituire una colonia nel nord Africa e durante l'occupazione del Marocco erano stati questi ultimi a offrire loro aiuto contro la Francia. Francia Italia VS Marocco e Germania Nel 1911 l'Italia era pronta ad invadere la Libia, mandò un ultimatum alla Turchia, la quale aveva un protettorato sulla Libia, che si rifiutò di accettarlo e nel settembre del 1911 l'Italia dichiarò guerra alla Turchia. Tutto venne architettato da Giolitti, il quale però era preoccupato della guerra contro la Turchia, ma convinto che la Libia avrebbe offerto un mercato grandissimo dove vendere i prodotti italiani e migliorare così le condizioni economiche dell'Italia. Le truppe italiane sbarcano a Tripoli, capitale della Libia, e la guerra già da subito non si mostrò facile. I soldati italiani non erano preparati, si comportarono in modo terribile nei confronti della popolazione, uccidendo donne, bambini, anziani e saccheggiando le città. La guerra si concluse con 100.000 morti, la Turchia accettò la sovranità dell'Italia sulla Libia, in cambio delle isole del Dodecaneso. La Libia successivamente venne definita da un giornalista come uno "scatolone di sabbia" per cui l'Italia aveva perso più di 100.000 uomini e più di 2 anni di guerra. Nel '12 Giolitti fece approvare il suffragio universale maschile: si passò da 3 milioni a 9 milioni di votanti. Moltissimi politici iniziarono a criticare Giolitti, tra cui Benito Mussolini. Nel frattempo, il partito socialista si scinse in 2 parti: da una parte vi era il partito socialista di Turati e dall'altra nacque il partito riformista. Giolitti, per non perdere la sedia con nuove elezioni, '13 firmò il patto Gentiloni, un accordo per cui i cattolici avrebbero votato il suo partito e in cambio lui avrebbe concesso diversi favori alla chiesa cattolica. Con le elezioni del 1913 Giolitti non ottenne quanto sperato, riuscì a pelo a formare il nuovo governo, che durò pochi mesi. Nel '14 si formò il governo Salandra.