L'inizio dell'età giolittiana
L'età giolittiana prende il nome da Giovanni Giolitti, figura centrale della politica italiana nei primi anni del '900. Questo periodo fu caratterizzato da profondi contrasti sociali ed economici.
Highlight: L'Italia era profondamente divisa, con un Nord industrializzato e un Sud arretrato. Mancava un'unità linguistica e le condizioni dei lavoratori erano estremamente precarie.
Nel 1900, l'assassinio del re Umberto I da parte dell'anarchico Gaetano Bresci segnò un momento di svolta. Il nuovo re Vittorio Emanuele III affidò il governo a Zanardelli, con Giolitti come ministro degli Interni.
Esempio: Giolitti adottò un approccio innovativo verso gli scioperi, decidendo di non intervenire. Questa strategia portò a un aumento degli scioperanti da 40.000 a 400.000 in pochi mesi.
Giolitti cercò di collaborare con tutti i partiti politici, in particolare con i socialisti riformisti di Filippo Turati. Nonostante il rifiuto iniziale di Turati, Giolitti riuscì a diventare capo del governo dal 1906 al 1909.
Definizione: Il primo governo Giolitti si caratterizzò per una serie di riforme volte a tutelare i lavoratori e modernizzare il paese.
Le principali riforme di Giolitti includevano:
- Regolamentazione dei turni di lavoro
- Nazionalizzazione delle ferrovie
- Costruzione di scuole e uffici postali
- Provvedimenti protezionistici per l'industria italiana
Queste misure portarono a un significativo sviluppo industriale, con la nascita di aziende come Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Olivetti, Pirelli e Edison.
Vocabolario: La questione meridionale si riferisce al persistente divario economico e sociale tra il Nord e il Sud Italia.
Nonostante i tentativi di Giolitti, il Sud Italia rimase profondamente arretrato, con una forte emigrazione verso il Nord e l'estero.