La Banalità del Male: Quando l'Obbedienza Diventa Complicità
Nel 1963 Arendt partecipa come giornalista al processo contro Adolf Eichmann, il funzionario nazista responsabile della deportazione degli ebrei. Quello che scopre la sconvolge: Eichmann non è il mostro che si aspettava.
Al banco degli imputati, Eichmann si presenta come una persona normale che si difende dicendo di "aver solo eseguito ordini". È qui che nasce il concetto di banalità del male: il male più pericoloso non è quello di persone malvagie, ma quello di gente normale che non pensa.
Il male banale è più terrificante del male radicale perché non richiede cattiveria, ma solo l'assenza di spirito critico. È questo tipo di male che dà forza ai dittatori come Hitler, Stalin, Mussolini.
Quando le persone "spegnono il cervello" e obbediscono ciecamente, permettono le peggiori atrocità. In uno Stato democratico forte, invece, i cittadini devono sempre mantenere una coscienza critica attiva.
💡 Pensa: L'antidoto alla banalità del male è la responsabilità personale e il coraggio di dire "no" quando necessario.
Quest'opera le attirò molte critiche dalla comunità ebraica, che non accettava l'idea che i nazisti fossero persone "normali" che non ragionavano più.