La Banalità del Male: il Caso Eichmann
Immagina di scoprire che uno dei peggiori criminali della storia è... una persona normalissima, mediocre, che obbedisce agli ordini senza pensare. Questo è ciò che ha scoperto Arendt studiando Adolf Eichmann.
Nel 1961, Arendt seguì il processo a Gerusalemme contro Eichmann, l'organizzatore dei trasporti verso i campi di concentramento nazisti. Si aspettava di trovare un mostro, invece trovò un piccolo borghese ossessionato dalla carriera, che obbediva senza riflettere.
Eichmann non odiava personalmente gli ebrei - aveva persino buoni rapporti con i leader delle comunità ebraiche che lo aiutavano a compilare le liste per i treni. Era semplicemente "thoughtless" (senza pensiero): rispondeva con frasi fatte e non capiva la portata morale delle sue azioni.
Dopo la Conferenza di Wannsee del 1942, dove fu deciso lo sterminio di 11 milioni di ebrei, Eichmann si sentì "libero da ogni senso di colpa" vedendo la determinazione dei capi nazisti. Per lui, obbedire era "fare il proprio dovere".
💡 Attenzione: La "banalità del male" non significa che Eichmann fosse innocente, ma che il vero pericolo viene dalla nostra capacità di smettere di pensare e obbedire ciecamente.