L'ascesa del fascismo (1920-1926)
Tutto iniziò nel 1920 con un'offensiva antisocialista caratterizzata da violente spedizioni fasciste. Gli scioperi furono dimezzati e le squadre d'azione fasciste agivano indisturbate, senza l'opposizione di polizia e magistratura. Giolitti condannò le violenze solo a parole, mostrando una grave responsabilità politica.
Nel 1921 la Lista fascista entrò in Parlamento e Mussolini trasformò i Fasci in Partito Nazionale Fascista. L'evento decisivo fu la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, quando circa 30.000 fascisti arrivarono alle porte della capitale. Il Re Vittorio Emanuele III rifiutò di fermarli e incaricò Mussolini di formare un nuovo governo.
Lo sapevi? Prima della Marcia su Roma, Mussolini sfruttò abilmente lo sciopero generale proclamato dalla CGI il 1° agosto 1922, scatenando le Squadre d'Azione contro gli scioperanti e guadagnando consenso tra chi era stanco dei disordini.
Una volta al potere, Mussolini (che si fece chiamare Duce, "capo") istituì il Gran Consiglio del Fascismo e trasformò le Squadre d'azione nella Milizia ufficiale. La svolta autoritaria accelerò dopo l'assassinio del deputato Giacomo Matteotti nel 1924, che aveva denunciato in Parlamento le irregolarità elettorali a favore dei fascisti. I deputati antifascisti abbandonarono il Parlamento nella protesta nota come "secessione dell'Aventino", ma questo non fermò Mussolini.
Nel 1926 vennero promulgate le Leggi Fascistissime che segnarono la fine della legalità e rafforzarono la dittatura. Venne soppressa la libertà di stampa e di associazione, istituito il Tribunale speciale per giudicare gli oppositori (definiti "antifascisti"), ripristinata la pena di morte e creato il confino per gli oppositori. Fu anche fondata l'OVRA, la polizia politica del regime che controllava e reprimeva il dissenso.