Il dialogo e la critica all'aristotelismo
Nel "Dialogo sopra i due massimi sistemi", Simplicio rappresenta l'aristotelico tradizionale che, anche di fronte all'evidenza sperimentale, non riesce ad abbandonare le certezze del passato. Galileo usa metafore ironiche per descrivere il suo modo di pensare.
Quando Simplicio dice di aver "ruminato" le idee della giornata precedente, Galileo sceglie volutamente un verbo che richiama la digestione degli erbivori. Il pensiero umano, che dovrebbe essere sublime, viene degradato a processo animale.
Sagredo racconta un episodio illuminante: durante una dissezione di cadavere a Venezia (pratica rischiosa all'epoca), un medico dimostra che il sistema nervoso deriva dal cervello, non dal cuore come sosteneva Aristotele. Un aristotelico presente, pur vedendo l'evidenza, dichiara di non poterci credere perché vincolato all'autorità del filosofo.
🧠 Due mentalità opposte: Simplicio vive il pensiero con paura, ha bisogno di guide e protezione. Salviati affronta la realtà con fiducia, curioso di scoprire il nuovo.
Galileo costruisce due aree semantiche contrapposte: da una parte l'idea di cecità (bisogno di guida, timore), dall'altra l'idea di vista (libertà, sicurezza, meraviglia). Simplicio è psicologicamente immaturo, Salviati è un adulto che affronta la realtà con ottimismo.