"Il cane" - Solitudine e resistenza
Un muso di cane che emerge da una massa bruna, perso in un mare di colore ocra. Tutto qui. Eppure quest'opera comunica una vertigine quasi metafisica che ti lascia senza fiato.
Il cane è confinato nella parte bassa del quadro, circondato da un'immensità dorata che sembra sul punto di inghiottirlo. Non sappiamo se stia annegando nel fiume, se sia sepolto da una frana o perso in un deserto. Le sue pupille spaventate guardano verso l'alto, cercando aiuto.
Goya dipinse quest'opera nella Quinta del Sordo usando una tavolozza povera, eliminando ogni dettaglio superfluo. Nessun paesaggio, quasi un'astrazione. Quando partì per Bordeaux a 78 anni, abbandonò questo quadro: apparteneva a un passato che voleva lasciarsi alle spalle.
Le pitture nere erano il suo rito privato, dipinte solo per sé nella solitudine più totale. Quando furono scoperte e trasferite su tela per il Museo del Prado, mancavano alcuni dettagli: c'erano due uccelli nel cielo che il cane stava guardando.
Interpretazione profonda: Il cane rappresenta ognuno di noi - solo e perduto - davanti alla morte e all'ignoto.