La marcia su Roma e l'omicidio Matteotti
Il fascismo utilizzò subito la violenza come strumento politico. Le squadre d'azione (camicie nere) incendiarono giornali socialisti e attaccarono le leghe rosse nelle campagne. Stato, esercito e polizia li lasciarono fare, vedendoli come utili contro i "disordini rossi".
Nel 1921 Giolitti commise un errore fatale: incluse 35 fascisti nella sua lista elettorale per indebolire socialisti e popolari. Il piano si ritorse contro di lui e Mussolini entrò in Parlamento.
Nell'ottobre 1922, approfittando della crisi del governo Facta, Mussolini organizzò la Marcia su Roma. Migliaia di fascisti si diressero verso la capitale. Il re Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare lo stato d'assedio e chiamò Mussolini a formare il governo.
💡 Momento cruciale: Se il re avesse firmato lo stato d'assedio, la storia d'Italia sarebbe stata diversa!
Mussolini iniziò subito a costruire uno stato autoritario, privando il Parlamento dei suoi poteri e creando il Gran Consiglio del Fascismo. Nel 1924, con la nuova legge elettorale (premio di maggioranza a chi otteneva il 25% dei voti), si assicurò il controllo totale del Parlamento.
Giacomo Matteotti, segretario socialista, denunciò pubblicamente le violenze elettorali. Il 10 giugno 1924 fu rapito e ucciso. Il 3 gennaio 1925 Mussolini si assunse la responsabilità dell'accaduto, dando inizio alla vera dittatura.