Le istituzioni repubblicane
Immagina di dover creare un governo che non cada mai nelle mani di una sola persona - ecco cosa fecero i Romani con la repubblica. La parola stessa significa "cosa di tutti", e questa filosofia si rifletteva in ogni aspetto del nuovo sistema politico.
Le magistrature (cioè le cariche pubbliche) avevano tre regole ferree che impedivano a chiunque di diventare troppo potente. Prima di tutto erano collegiali: ogni incarico veniva diviso tra più persone con gli stessi poteri. Poi erano limitate nel tempo: duravano solo un anno, così nessuno si abituava troppo al comando. Infine non erano reiterabili: non potevi rifare la stessa carica due volte di seguito.
I consoli erano i veri capi dello Stato romano. Due persone dividevano il potere per un anno intero, controllando l'esercito (imperium), governando la città e occupandosi di leggi e finanze. Era così importante questa carica che gli anni venivano chiamati con i nomi dei consoli in carica!
Curiosità: I Romani erano così ossessionati dal non ricreare una monarchia che preferivano rallentare le decisioni piuttosto che dare troppo potere a una persona sola.
Il Senato diventò rapidamente l'istituzione più prestigiosa di Roma. I senatori rimanevano in carica a vita e venivano scelti solo tra i patrizi che avevano già fatto carriera politica. Loro decidevano come spendere i soldi pubblici, se fare guerra o pace, e dovevano approvare tutte le leggi più importanti.
I Comizi centuriati erano l'assemblea di tutti i cittadini romani. Si riunivano fuori dalle mura sacre della città perché portavano le armi, e qui eleggevano i consoli e votavano le leggi. Era il momento in cui il popolo romano aveva davvero voce in capitolo!