Economia e Sistemi Politici del Novecento
Il Novecento vede scontrarsi tre modelli economico-politici che cambieranno il mondo: comunismo, socialismo e capitalismo.
Il comunismo (da "in comune") elimina la proprietà privata: tutto appartiene allo stato - fabbriche, terre, case. I servizi sono gratuiti (scuola, sanità, trasporti) e tutti hanno stipendi uguali. Il problema? Manca la motivazione a lavorare e non c'è libertà religiosa (Marx la chiama "oppio dei popoli"). Si afferma in URSS, Cina e Cuba.
Il socialismo ha gli stessi obiettivi del comunismo ma usa riforme graduali invece di rivoluzioni violente. Il capitalismo invece si basa sulla proprietà privata: ognuno può possedere beni e aziende, i servizi si pagano, il compenso dipende dal merito. Garantisce libertà religiosa e si diffonde in America e nei paesi occidentali.
Dopo la Prima Guerra Mondiale tutti i paesi, vincitori e vinti, affrontano difficoltà enormi: debiti, inflazione, disoccupazione. In Germania nasce la Repubblica di Weimar che però non riesce a gestire la crisi e muore. Molti paesi tentano rivoluzioni comuniste (soprattutto in Germania con la Lega di Spartaco), ma vengono represse violentemente.
Gli USA negli anni '20 vivono un boom economico straordinario con il sistema taylorista: meno sprechi, più produzione, salari migliori. Nasce l'"American way of life" basato sul consumismo, si sviluppano jazz, cinema di Hollywood, arte moderna. Le donne ottengono il voto nel 1920, ma cresce anche il razzismo e si introduce il proibizionismo che favorisce la criminalità organizzata.
Lezione importante: La crescita degli anni '20 porta alla crisi del '29, dimostrando che il progresso senza controlli può essere molto pericoloso.