L'Europa ridisegnata
Napoleone rivoluzionò la geografia politica europea: il Sacro Romano Impero cessò di esistere, sostituito dalla Confederazione del Reno che univa 16 stati tedeschi sotto la sua protezione. L'Impero d'Austria perse i territori italiani, mentre la Prussia perse i domini polacchi e quelli a ovest dell'Elba.
Con lo zar Alessandro I, Napoleone stipulò il Trattato di Tilsit, dividendo l'Europa in due zone d'influenza: l'Oriente alla Russia e l'Occidente alla Francia. Questa spartizione segnò l'apice del potere napoleonico.
Per gestire l'immenso territorio conquistato, Napoleone creò un "impero di famiglia", assegnando diverse regioni ai suoi familiari: il Regno d'Italia a sé stesso (con il figliastro Eugenio come viceré), il Regno di Napoli prima al fratello Giuseppe e poi al cognato Gioacchino Murat, l'Olanda al fratello Luigi e la Westfalia al fratello Girolamo.
Quando invase la Spagna, spodestando i Borbone e imponendo il fratello Giuseppe come re, scatenò una feroce guerriglia popolare. Questo portò a una nuova coalizione anti-francese nel 1809, ma Napoleone sconfisse ancora gli austriaci, costringendoli ad aderire al blocco continentale contro la Gran Bretagna, strategia con cui sperava di piegare economicamente il nemico britannico.