La rivoluzione silenziosa dei plebei
Mentre Roma combatteva all'estero, una rivoluzione sociale ribolliva dentro le mura. I plebei, stanchi di essere cittadini di serie B, iniziarono una lotta che durò secoli e cambiò per sempre la società romana.
I problemi erano concreti e drammatici: schiavitù per debiti icontadini−soldatisiindebitavanopercomprarelearmi, terre sempre nelle mani dei patrizi e zero rappresentanza politica. I plebei inventarono armi di lotta geniali: la secessione (scioperare andando via dalla città) e la creazione di istituzioni parallele.
Il tribunato della plebe divenne l'arma più potente dei plebei. I tribuni erano intoccabili e avevano due super-poteri: il diritto di veto (potevano bloccare qualsiasi decisione) e il diritto di ausilio (proteggere i plebei dalle ingiustizie).
Le leggi delle XII Tavole 451−450a.C. furono la prima vittoria importante: finalmente le leggi erano scritte e non più segrete dei patrizi. Poi, passo dopo passo, i plebei conquistarono tutto: matrimoni misti (445 a.C.), accesso al consolato con le leggi Licinie-Sestie (367 a.C.), fino al pontificato (300 a.C.).
Da ricordare: La "repubblica patrizio-plebea" non nacque da una rivoluzione violenta ma da una lunga negoziazione. Roma divenne più forte proprio perché imparò a includere invece che escludere.