La tarda antichità è un periodo della storia che si colloca tra il VI e il V secolo e comprende l'epoca di Diocleziano fino alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente nel 476, che segna l'inizio del Medioevo.
Durante questo periodo si verificò un grande cambiamento a livello demografico, economico e sociale, con l'insediamento dei popoli germanici nelle regioni occidentali dell'impero, la contrazione del commercio internazionale e il declino della vita cittadina, insieme a importanti cambiamenti politico-istituzionali.
Affermazione del cristianesimo
Una delle caratteristiche principali della tarda antichità è stata la diffusione del cristianesimo tra le popolazioni barbariche, con missionari cristiani che hanno condotto la conversione di molte tribù germaniche a partire dal IV secolo. Inoltre, durante questo periodo si è assistito a un cambiamento nel rapporto tra cristiani e la cultura pagana, con gli intellettuali cristiani che hanno iniziato a confrontarsi con gli autori classici come modelli di bellezza e perfezione artistica.
Spostamento del baricentro politico internazionale
Durante l'epoca tardo-antica si è verificato uno spostamento dell'asse politico europeo verso nord, con l'Italia che è passata da essere al centro delle grandi correnti del mondo mediterraneo a diventare una zona periferica, a causa dell'imposizione della presenza dei popoli germanici e di altri gruppi sino ad allora marginali.
Diocleziano
Diocleziano ha assunto il potere nel 284, chiudendo l'epoca dell'anarchia militare e impegnandosi nella creazione di una corte e di un apparato di funzionari. Ha riformato l'esercito e diviso il territorio in diocesi e prefetture, creando un sistema chiamato tetrarchia, per rispondere alle difficoltà di governare un territorio ormai troppo grande.
La riforma fiscale
La riforma fiscale introdotta da Diocleziano ha portato all'impoverimento dei piccoli proprietari, che non erano in grado di pagare le imposte.