Le Guerre Puniche rappresentano uno dei conflitti più significativi dell'antica Roma, che si svolsero tra Roma e Cartagine tra il 264 e il 146 a.C.
La Prima Guerra Punica (264-241 a.C.) scoppiò per il controllo della Sicilia. Roma, che stava espandendo la sua influenza nel Mediterraneo, si scontrò con Cartagine, potenza navale dell'epoca. Dopo anni di battaglie navali e terrestri, Roma vinse grazie alla costruzione di una potente flotta e all'innovativa tattica del "corvo", un ponte mobile che permetteva l'arrembaggio delle navi nemiche. Il conflitto si concluse con il trattato di Lutazio, che assegnò la Sicilia a Roma.
La Seconda Guerra Punica (218-202 a.C.) è famosa per la straordinaria impresa di Annibale, che attraversò le Alpi con gli elefanti per attaccare Roma. Dopo le vittorie cartaginesi del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno e di Canne, la situazione si capovolse grazie a Scipione l'Africano. Il confronto tra Annibale e Scipione culminò nella battaglia di Zama (202 a.C.), dove Roma trionfò definitivamente. La Terza Guerra Punica (149-146 a.C.) rappresentò la fine di Cartagine. Catone il Censore, con il suo celebre "Carthago delenda est", promosse una guerra preventiva contro la città africana, che venne completamente distrutta e il suo territorio trasformato in provincia romana.
Le conseguenze delle Guerre Puniche furono fondamentali per la storia di Roma: la Repubblica si trasformò in una potenza mediterranea, acquisendo il controllo di nuovi territori e sviluppando una potente flotta navale. Questi conflitti segnarono anche l'inizio dell'espansione romana verso oriente e il definitivo predominio nel Mediterraneo occidentale. La vittoria nelle guerre puniche pose le basi per la creazione dell'Impero Romano e influenzò profondamente la cultura e la società romana, introducendo elementi della civiltà cartaginese e greca nella tradizione latina.