La nascita del Partito socialista e la crisi di fine secolo
Nel 1892 nasce il Partito Socialista Italiano a Genova, guidato da Filippo Turati. Si ispira al marxismo ma sceglie la strada delle riforme graduali invece della rivoluzione, partecipando alle elezioni e difendendo le libertà costituzionali.
I lavoratori si organizzano in federazioni di mestiere, camere del lavoro e leghe contadine. Cresce anche l'emigrazione: milioni di italiani partono per Francia, Austria-Ungheria e Americhe, mandando a casa le "rimesse" che sostengono l'economia.
La crisi di fine secolo esplode con Rudinì che torna al potere nel 1896. La Destra vuole limitare il suffragio e ridurre i poteri del Parlamento. Nel 1898, durante le rivolte per il caro-pane, il generale Bava Beccaris spara sulla folla a Milano.
Luigi Pelloux prova a varare leggi "liberticide" che limitano stampa, associazioni e scioperi. L'opposizione risponde con l'ostruzionismo parlamentare. Quando Pelloux emana le leggi per decreto, la Cassazione le dichiara incostituzionali.
La crisi culmina il 29 luglio 1900 con l'assassinio di Umberto I da parte dell'anarchico Gaetano Bresci. Il nuovo re Vittorio Emanuele III promette di ripristinare la pace interna e il compromesso liberale.
Momento chiave: L'assassinio di Umberto I chiude l'era autoritaria e apre la strada all'età giolittiana.