La stagione dell'imperialismo
L'etร dell'imperialismo (1870-1914), coincidente con la Belle รpoque, vide le potenze europee costruire vasti imperi coloniali attraverso una feroce competizione reciproca. L'imperialismo ottocentesco si distingue dalle conquiste precedenti perchรฉ mirava alla sottomissione completa di territori in Africa e Asia, organizzandoli in colonie o protettorati da sfruttare sistematicamente.
Le motivazioni dietro queste conquiste furono molteplici. Oltre allo sfruttamento delle risorse naturali, i territori colonizzati servivano come mercati di sbocco per i prodotti industriali europei. Spesso la colonizzazione veniva presentata come un'opportunitร di arricchimento per le classi sociali con meno possibilitร lavorative in patria. Il nazionalismo esasperato legittimava l'idea che una nazione fosse piรน forte se possedeva piรน territori e armi.
๐ก Non solo economia! L'imperialismo fu alimentato anche dalla competizione strategica: spesso un territorio veniva occupato semplicemente per impedire che un paese rivale se ne impossessasse.
In Asia, la colonizzazione europea era iniziata prima dell'etร dell'imperialismo. Durante il XIX secolo, la Francia controllava l'Indocina, la Gran Bretagna dominava l'India e l'estremo oriente, i Paesi Bassi possedevano l'Indonesia. Il "Grande Gioco" vide Russia e Gran Bretagna contendersi l'Asia centrale, con l'Afghanistan assegnato ai britannici e il Turkestan ai russi.
Anche potenze extraeuropee entrarono nella competizione imperialista: il Giappone e la Cina miravano alla Corea, mentre gli Stati Uniti rafforzarono la loro presenza nel Pacifico conquistando Guam, Filippine e controllando Porto Rico e Cuba. In Africa, gli europei fondarono colonie di sfruttamento appropriandosi di risorse preziose come il petrolio, mentre diffondevano elementi della loro cultura. La Conferenza di Berlino (1884), convocata da Bismarck, portรฒ a una spartizione dell'Africa secondo confini arbitrari, lasciando indipendenti solo Libia, Marocco (temporaneamente), Etiopia e Liberia.