Merci e navigazione
Per acquistare le preziose merci orientali, gli europei dovevano offrire prodotti altrettanto richiesti. Tra le principali "merci" esportate c'erano purtroppo gli schiavi, in prevalenza slavi, che i mercanti italiani compravano anche in Asia per rivenderli.
Dalla pianura padana e dalla Puglia arrivava il frumento, mentre al mondo islamico venivano venduti legname per le navi e armi. I veneziani, esperti artigiani del vetro, vendevano in Oriente le loro perle colorate, molto apprezzate.
Le navigazioni avvenivano lungo la costa, utilizzando due tipi di imbarcazioni: le galee, navi da combattimento manovrate a remi, e le navi da trasporto che si muovevano a vela. Nel XIII secolo fu introdotto il timone girevole fissato alla poppa, che migliorò notevolmente la manovrabilità delle navi.
I marinai utilizzavano strumenti sempre più sofisticati: portolani (carte di approdo), astrolabio (strumento per calcolare la posizione delle stelle) e bussola (inventata dai cinesi nel IV secolo e perfezionata dai marinai amalfitani). Intanto, i mercanti cominciarono a riunirsi in corporazioni e compagnie, associazioni che garantivano la continuità degli scambi commerciali.