L'ascesa di Pompeo
Dopo la dittatura di Silla, emerse la figura di Pompeo, che compì una serie di importanti imprese militari. Nel 76 a.C. il senato gli affidò il compito di sedare una rivolta in Spagna, guidata da Sertorio, un seguace di Mario.
Inizialmente Pompeo non riuscì a vincere, ma quando Sertorio fu ucciso da un traditore nel 72 a.C., riuscì a placare la rivolta. Al suo ritorno a Roma nel 71 a.C., trovò un'altra situazione critica da risolvere.
A Capua era scoppiata una ribellione di gladiatori guidata da Spartaco. Questi schiavi, addestrati in una rinomata scuola gladiatoria, erano fuggiti nel 73 a.C. e avevano raccolto un vasto esercito di schiavi ribelli. Il senato inviò prima un esercito guidato da Marco Licinio Crasso, un ricco cavaliere, che subì pesanti perdite.
Pompeo, di ritorno dalla Spagna, incontrò e sconfisse definitivamente i ribelli. Questa vittoria, insieme alla precedente in Spagna, aumentò notevolmente il suo prestigio a Roma.
Un'altra importante impresa di Pompeo fu la lotta contro i pirati nel Mediterraneo. In quel periodo, i pirati rappresentavano una grave minaccia per il commercio marittimo di Roma. Il senato affidò a Pompeo il compito di eliminarli e, nel giro di soli tre anni, egli riuscì a risolvere il problema, ripristinando il pieno controllo romano sul Mediterraneo.
Curiosità strategica: Per sconfiggere i pirati, Pompeo divise il Mediterraneo in 13 settori, assegnando a ciascuno una flotta e un comandante. Questa strategia coordinata gli permise di ottenere una vittoria rapida e completa contro un nemico disperso e sfuggente.