La Marcia su Roma e la Conquista del Potere
Nel novembre 1921 Mussolini trasforma i Fasci nel Partito Nazionale Fascista. È una mossa strategica per controllare gli squadristi più violenti come Balbo e Farinacci, mantenendo il "doppio volto": violenza squadrista e rispettabilità parlamentare.
Il governo Facta è debolissimo, sostenuto malamente da liberali e popolari. Mussolini modifica il programma: abbandona la repubblica per la monarchia, adotta il liberismo economico, attacca i popolari come "bolscevichi bianchi".
Il 24 ottobre 1922 a Napoli, Mussolini organizza la marcia su Roma. Mentre le camicie nere si preparano, lui torna prudentemente a Milano. Il 28 ottobre le truppe fasciste entrano a Roma, ma Mussolini arriva solo il 30 ottobre, dopo che Re Vittorio Emanuele III gli ha già affidato il governo.
Il re, soprannominato "sciaboletta" per la bassa statura, rifiuta di firmare lo stato d'assedio richiesto da Facta. Preferisce dare il potere a Mussolini piuttosto che rischiare una guerra civile.
Momento decisivo: La marcia su Roma è più una messinscena che una vera rivoluzione - il potere viene sostanzialmente regalato a Mussolini.