Politica interna: Chiesa e minoranze
Per consolidare il potere, Mussolini dovette affrontare due questioni delicate. Prima risolse il problema delle minoranze etniche (tedeschi, sloveni, croati) nelle nuove regioni conquistate con una politica di italianizzazione forzata: impose l'italiano negli uffici e scuole, cambiò nomi geografici e cognomi.
Più importante fu l'accordo con la Chiesa. L'11 febbraio 1929 furono firmati i Patti Lateranensi che risolsero la "questione romana" aperta dal 1870. La Chiesa riconobbe Roma capitale d'Italia, l'Italia creò lo Stato del Vaticano.
Il Concordato regolò i rapporti: il cattolicesimo divenne religione di Stato, il matrimonio religioso ebbe valore civile, fu introdotta l'ora di religione a scuola. In cambio i vescovi giurarono fedeltà allo Stato.
Per l'economia, il regime lanciò la "battaglia del grano" per l'autosufficienza alimentare e la bonifica integrale delle paludi. Furono create le corporazioni al posto dei sindacati, vantaggiose per i padroni ma non per gli operai che persero il diritto di sciopero.
💡 Strategia politica: Mussolini capì che per durare al potere non bastava la violenza, serviva anche il consenso di Chiesa e ceti medi.