La Prima Guerra d'Indipendenza
Il 23 marzo 1848, Carlo Alberto di Savoia dichiarò guerra all'Austria, dando inizio alla Prima Guerra d'Indipendenza. Purtroppo, le truppe piemontesi vennero più volte sconfitte dagli austriaci. Di fronte all'insuccesso, Carlo Alberto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che nel marzo 1849 firmò l'armistizio con l'Austria.
Dopo la sconfitta di Carlo Alberto, i democratici ripresero l'iniziativa. A Roma e a Firenze, il papa e il granduca fuggirono, permettendo la formazione di governi repubblicani. Nacquero così la Repubblica Toscana, la Repubblica Romana e la Repubblica di Venezia.
Queste repubbliche ebbero vita breve: gli eserciti regolari sconfissero rapidamente i rivoltosi. Anche nel resto d'Europa, le insurrezioni del '48 si conclusero con sconfitte e un ritorno alla situazione politica precedente.
In Italia, solo in Piemonte rimase in vigore lo Statuto conquistato nel '48. Vittorio Emanuele II rifiutò di tornare all'assolutismo come voleva l'Austria, e nel 1850 il suo capo di governo Massimo D'Azeglio varò le Leggi Siccardi per eliminare i privilegi del clero, come il tribunale ecclesiastico, il diritto d'asilo e la manomorta.
Curiosità: Durante le Cinque Giornate di Milano, tutti parteciparono alla lotta contro gli austriaci: nobili, borghesi, artigiani e persino i bambini che facevano la staffetta tra le barricate!