Le origini di Roma e la monarchia
La nascita di Roma si mescola con la leggenda. Secondo il mito, i gemelli Romolo e Remo, figli di Rea Silvia e del dio Marte, furono abbandonati nel Tevere, allattati da una lupa e salvati dal pastore Faustolo. Romolo fondò Roma sul colle Palatino il 21 aprile del 753 a.C., dopo aver ucciso il fratello che aveva osato varcare il sacro confine cittadino (pomerio).
La posizione geografica di Roma fu strategica per il suo sviluppo. Situata sulla riva sinistra del Tevere, la città godeva di vantaggi significativi: l'estrazione del sale (da cui la via Salaria), un fiume navigabile con possibilità di porto, e importanti rotte commerciali. Attraverso un processo di sinecismo (unione di villaggi) si formò il primo nucleo urbano.
I sette re di Roma governarono la città dalle sue origini fino al 509 a.C. I primi quattro furono romani: Romolo (che creò il senato), Numa Pompilio (fondatore del sistema religioso), Tullo Ostilio e Anco Marzio (fondatore di Ostia). Seguirono tre re etruschi: Tarquinio Prisco (realizzatore di opere pubbliche), Servio Tullio (costruttore delle mura serviane) e Tarquinio il Superbo, la cui cacciata segnò la fine della monarchia.
💡 Curiosità: La pietas romana non era semplicemente religiosità, ma un complesso sistema di doveri verso gli dèi che richiedeva l'approvazione divina (auspici) prima di ogni decisione importante!
La società romana si fondava sulla familia patriarcale, con il pater familias che deteneva autorità assoluta. I romani si dividevano in classi sociali ben definite: i patrizi (aristocrazia con diritti politici), i plebei (gruppo eterogeneo senza diritti politici) e i clienti (plebei sotto protezione dei patrizi). La religione romana, politeista e antropomorfa, vedeva nella Triade Capitolina (Giove, Minerva e Giunone) le sue divinità principali.