Prima Guerra Punica: Riassunto
ROMA si affacciò sul mare a partire dalla fondazione di Ostia nel VII secolo, e dopo la vittoria su Pirro, ottenne il controllo di tutta l'Italia meridionale, prendendosi anche la Magna Grecia con ottimi porti e marinerie. Roma era inserita nel circolo degli scambi mediterranei. Tra il 350 e il 270 A.C., fondò numerose colonie marittime soprattutto sulla costa tirrenica e si dotò di una flotta di navi veloci. Entrò in contatto con la Sicilia, colonia cartaginese. I rapporti tra queste erano stati regolati in precedenza da trattati che avevano chiarito le rispettive aree di influenza.
CARTAGINE possedeva in Africa un territorio corrispondente all'odierna Tunisia, e la fascia costiera dell'attuale Libia e dalla Sicilia centrale e occidentale alla Sardegna. Alla base dell'economia c'era l'agricoltura e altre risorse provenivano dai tributi. Dominavano soprattutto le vie di traffico occidentali. Cartagine era un'oligarchia di grandi proprietari terrieri. La maggioranza dell'esercito era costituita da contingenti reclutati tra le popolazioni sottomesse. Cartagine possedeva una forte flotta militare.
La Prima Guerra Punica cominciò nel 264 a.C. con la richiesta di aiuto a Roma contro Cartagine da parte dei Mamertini, mercenari che si erano impadroniti di Messina. Questo era chiaramente solo un pretesto. Roma era più forte nei combattimenti sulla terraferma, mentre Cartagine era più forte in mare. Roma costruì un' imponente flotta che portò ottimi risultati. A Milazzo, il console Gaio Duilio distrusse completamente, nel 260 a.C., una flotta nemica grazie alla tecnica dei "corvi" (ponti mobili dotati di uncini che agganciavano la nave avversaria e consentivano l'arrembaggio). I romani portarono la guerra in Africa. Il console Marco Attilio Regolo sconfisse una flotta cartaginese a capo Ecnomo per poi sbarcare a Cartagine, dove subì una disastrosa sconfitta. Nel 241 a.C., il console Gaio Lutazio Catulo annientò una grande flotta punica al largo delle isole Egadi. Cartagine chiese la pace, concessa a condizioni pesanti: il pagamento di un'ingente indennità e la rinuncia della Sicilia. I romani occuparono anche la Sardegna e la Corsica. Il Tirreno diventò così un mare interamente romano.
Fine Prima Guerra Punica
Nei decenni successivi alla prima guerra, Cartagine si riprese rapidamente e Roma affrontò il problema del procedette alla conquista della penisola Illiri, insediati sulle sponde orientali iberica, territorio ricco di miniere. Con il trattato dell'Ebro si impegnarono con pirateria. Roma, con la guerra illirica (229-219 A.C.), prese il controllo delle rotte adriatiche, sottomise la Gallia cispadana, costruì la via Flaminia (che collega Roma e nell'area dei cartaginesi ma alleata dei romani. Piacenza e Cremona.
Seconda e Terza Guerra Punica
I cartaginesi ritenevano che la presenza romana fosse pericolosa per i loro interessi, mentre i romani pensavano che il libero accesso a quelle miniere fosse troppo utile per la stabilità del loro dominio. Il generale cartaginese Annibale distrusse Sagunto. Per evitare che i romani portassero i loro eserciti nuovamente in Africa, egli diede il via a un attacco all'Italia. Nel 218 a.C., varcò le Alpi. Gli eserciti romani furono sbaragliati sul fiume Ticino e sul Trebbia, nel 217 sul lago Trasimeno e nel 216 a.C. a Canne. Annibale aveva in mente anche un piano politico: rompere le alleanze dei romani e portare dalla sua parte i popoli sottomessi. Fu grave per i romani il disastro di Canne. L'esercito romano si basava soprattutto fanteria e attribuiva alla cavalleria un ruolo ausiliario; egli fece dei cavalieri il fulcro dei combattimenti.
Annibale realizzò il suo piano militare ma non quello politico. I Galli della Cisalpina aderirono, come Dauni, Sanniti, Lucani, Bretti, ma rimasero fedeli le colonie romane, quelle latine e le genti dell'Italia centrale. Roma disponeva di risorse umane ingenti valorizzate dalla sorprendente compattezza della città. Con Annibale, i romani cambiarono tattica e portarono la guerra su altri fronti. Fu importante la tattica di Quinto Fabio Massimo: frequenti attacchi con rapide ritirate, interrompere le linee di rifornimento nemiche, impedire l'arrivo di rinforzi e punire popoli ribelli. Decisiva fu anche la battaglia del 207 a.C. presso il fiume Metauro, dove fu annientato l'esercito cartaginese venuto in aiuto ad Annibale comandato da Asarubale. Famoso Publio Cornelio Scipione, rapido nel decidere e nell'agire, costrinse i cartaginesi ad abbandonare la penisola iberica e furono stabilite le province di Spagna citeriore e Spagna ulteriore. Cacciati i cartaginesi da Spagna e Italia, nel 204 a.C., un esercito guidato da Scipione sconfisse Annibale nella battaglia di Zama. Le condizioni di pace furono: rinuncia alla flotta militare, con l'eccezione di 10 triremi; il pagamento di 260 tonnellate d'argent
