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16/9/2022
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FEDERICO II DI SVEVIA Il figlio di Federico I, Enrico VI, aggiunse oltre al titolo di imperatore anche quello di re di Sicilia, grazie al matrimonio con Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II. Enrico VI incontrò l'opposizione del pontefice Innocenzo III, timoroso che lo Stato della Chiesa restasse schiacciato dai domini imperiali. Dopo la morte di Enrico VI e Costanza d'Altavilla, il loro figlio e futuro imperatore Federico II fu affidato a Innocenzo III in attesa della maggiore età. Dopo la morte di Enrico, in Germania iniziò un conflitto per la successione al trono, che fu risolto grazie all'intervento di Innocenzo III. La successione dell'imperatore era infatti decisa dai principi germanici e approvata dal Papa. Nel 1209 il pontefice incoronò imperatore un esponente del partito guelfo, Ottone di Brunswick, il quale si impegnò a rispettare i possedimenti ecclesiastici in Italia e a mantenere separate la corona imperiale da quella di Sicilia. Una volta ottenuta la corona, Ottone avanzò pretese sul Regno di Sicilia e il pontefice lo scomunicò con l'aiuto del re di Francia Filippo II. Ottone fu quindi sconfitto a Bouvines. Federico II venne incoronato imperatore nel 1220 dal papa Onorio III. Con la Constitutio in basilica Sancti Petri Federico II riconobbe l'autonomia del papato e s'impegnò ad organizzare una spedizione per riconquistare Gerusalemme....
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In cambio, il papa riconobbe l'unione delle due corone solo alla persona di Federico II. Successivamente il nuovo pontefice Gregorio IX scomunicò Federico II, dopo che quest'ultimo aveva rinviato la spedizione in Palestina. In Oriente Federico II preferì seguire la strada della diplomazia. Con il sultano d'Egitto al-Kamil ottenne 10 anni di pace per i pellegrini. Nel 1230 il papa rievocò la scomunica ma Federico II dovette rinunciare al controllo sulla nomina dei vescovi. Quando Federico II tornò dalla Terra Santa poté dedicarsi alla riorganizzazione del regno, dove il potere monarchico era stato indebolito sia dai feudatari locali sia dallo slancio autonomistico delle città. Nel 1231, assistito dal cancelliere Pier delle Vigne, Federico promulgò la Costituzione di Melfi, una raccolta di leggi a favore della centralità del potere regio e limitazioni delle autonomie feudali. Federico concentrò nelle sue mani il potere giudiziario e si impegnò affinché nei tribunali non sussistesse alcuna discriminazione. Federico II ambiva al controllo dell'intera penisola e per questo ostacolò l'ascesa dei comuni del Nord, che supportati dal papa si riunirono in una nuova Lega lombarda. Nei comuni italiani la contrapposizione tra papato e impero era indicata come frattura tra guelfi e ghibellini. Federico nel 1237 sconfisse la Lega a Cortenuova ma non riuscì a sottomettere Milano. Papa Gregorio IX scomunicò nuovamente Federico II e successivamente il nuovo papa Innocenzo IV convocò il Consiglio di Lione sciogliendo i sudditi imperiali dall'obbligo di fedeltà. Federico II fu sconfitto a Fossalta nel 1249, dove suo figlio Enzo fu fatto prigioniero dai bolognesi. Federico II morì nel 1250 e gli successe il figlio Manfredi, che non regnò a lungo. Nel 1265 il papa Clemente IV concesse a Carlo d'Angiò il Regno di Sicilia. Nel 1266 sconfisse Manfredi a Benevento. Successivamente il Papato riuscì a separare la corona di Sicilia da quella imperiale. Carlo d'Angiò sconfisse anche l'ultimo erede degli Svevi, Corradino, nel 1268. Spostò la capitale a Napoli. Ci fu un malcontento generale a causa delle tasse e nel 1282 scoppiò una rivolta a Palermo, nota come Vespri siciliani, che favorì l'intervento di Pietro II d'Aragona, che determinò la fine della dinastia angioina in Sicilia. Successivamente Pietro III fu incoronato re di Sicilia, che poteva vantare diritti sul trono poiché aveva sposato una figlia di Manfredi. Ma il papato riconobbe la legittimità di quei diritti solo con il trattato di Caltabellotta, che fu chiamata regno di Trinacria.