La fine di Giolitti e l'inizio della Grande Guerra
Nel 1914 Giolitti cede il posto a Salandra, un liberale più moderato. Ma la situazione politica si deteriora: il 7 giugno 1914 ad Ancona, durante una manifestazione socialista, la polizia uccide tre manifestanti. Scoppia uno sciopero generale che dura sette giorni, chiamato "Settimana Rossa": 17 morti, 400 feriti, violenze nelle Marche e in Romagna.
Intanto in Europa gli equilibri si rompono definitivamente. La Germania di Guglielmo II è sempre più aggressiva, mentre si consolidano due blocchi contrapposti: Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) contro Triplice Intesa (Francia, Inghilterra, Russia).
Le tensioni esplodono nei Balcani, definiti "polveriera d'Europa". L'Austria conquista la Bosnia-Erzegovina violando gli accordi internazionali, mentre la Serbia vuole unire tutti gli slavi del sud. Scoppiano due guerre balcaniche (1912-1913) che ridisegnano la mappa della regione.
Il 28 giugno 1914 a Sarajevo, lo studente serbo Gavrilo Princip uccide l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo e la moglie Sofia. L'Austria coglie l'occasione per attaccare la Serbia con un ultimatum durissimo.
L'effetto domino: Russia difende la Serbia, Germania si allea all'Austria, Francia entra con la Russia, Inghilterra con la Francia. In poche settimane l'Europa intera è in guerra!
Il piano tedesco di guerra lampo fallisce: dovevano sconfiggere velocemente la Francia per concentrarsi sulla Russia, ma l'invasione del Belgio incontra una resistenza inaspettata e i tedeschi vengono fermati sulla Marna.