Veggenti, Ignudi e il Giudizio Universale
I veggenti (profeti e sibille) sono seduti in trono ma sempre in movimento. Le sibille tengono i libri degli oracoli in posizioni diverse, con torsioni continue del corpo. I colori sono primari e accesi per risaltare rispetto al marmo dello sfondo e arrivare meglio allo spettatore.
Gli Ignudi sono aggiunte puramente formali di Michelangelo - non hanno funzione narrativa ma mostrano il virtuosismo nell'anatomia. Tengono scudi con imprese di imperatori romani dipinte in monocromo, e ghirlande con i simboli dei Della Rovere (famiglia di Giulio II).
Nel 1536 Michelangelo torna per il Giudizio Universale sulla parete di fondo. Qui lo spazio diventa unitario, senza divisioni in riquadri. Cristo giudice è al centro con il braccio destro alzato nell'allocutio romana, gesto che segna la fine del tempo.
Dettaglio drammatico: La Vergine non è più mediatrice - si ritrae perché Cristo "giudica i vivi e i morti e non sente nessuno". Il suo potere di intercessione è finito.
La composizione ruota attorno a Cristo: a sinistra le anime salvate, a destra i dannati. Ma sia beati che dannati mostrano lo stesso sentimento di disperazione, riflettendo la tragica condizione umana e il dubbio sulla salvezza - influenza della Controriforma.
L'opera fu così criticata per le nudità che Daniele da Volterra dovette coprire i corpi. Michelangelo si vendica dipingendo Pietro Aretino (suo critico) come San Bartolomeo, che tiene una pelle con il volto dello stesso Michelangelo - simbolo del suo "martirio artistico".