Il Tributo e La Trinità
Il Tributo rappresenta un episodio del Vangelo di Matteo in cui Gesù, fermato da un gabelliere a Cafarnao, ordina a Pietro di trovare una moneta nella bocca di un pesce. La scena si svolge in tre momenti diversi all'interno dello stesso affresco, con un ampio paesaggio montuoso come sfondo. Al centro, gli apostoli sono disposti in cerchio attorno a Gesù, ciascuno ben ancorato al suolo con ombre prospettiche. A sinistra, Pietro è inginocchiato sulla riva mentre apre la bocca del pesce; a destra, paga l'esattore per entrare in città.
Negli ultimi anni della sua vita, Masaccio dipinge La Trinità nella chiesa di Santa Maria Novella. L'opera, riscoperta solo nel 1860, rappresenta una finta architettura classica: un arco con colonne ioniche fiancheggiate da pilastri corinzi si apre su una cappella coperta da una volta a botte con cassettoni. La prospettiva è costruita in modo che lo sguardo dello spettatore si trovi all'altezza dei committenti inginocchiati.
I personaggi sono disposti secondo una precisa gerarchia visiva: i committenti, rappresentati con realismo senza abbellimenti, hanno dimensioni uguali a quelle dei personaggi sacri. Dio e Cristo crocifisso formano un triangolo rovesciato al centro della composizione, con lo Spirito Santo raffigurato come una colomba bianca. Alla base del dipinto, uno scheletro accompagnato dalla frase "io fu già quel che voi siete: e quel ch'io son voi anco sarete" ricorda ai fedeli l'ineluttabilità della morte.
Riflessione: I colori nella Trinità non sono casuali: il rosso e il blu si ripetono nei vestiti dei personaggi e nelle architetture, creando un'armonia visiva che contribuisce a costruire uno spazio realistico abitato da figure vere, superando definitivamente la bidimensionalità medievale.