Leon Battista Alberti: L'Architetto Umanista
Immagina di diventare un architetto famoso solo leggendo libri antichi! È proprio quello che fece Leon Battista Alberti, un avvocato che si appassionò all'architettura studiando il trattato di Vitruvio, vecchio di 1400 anni.
Alberti non era un architetto qualunque: per mantenere il suo status sociale elevato, non seguiva mai personalmente i cantieri (a differenza di Brunelleschi). All'epoca esisteva una rigida distinzione tra arti liberali (considerate nobili) e arti manuali (considerate inferiori), e gli architetti appartenevano a queste ultime.
Il suo contributo più importante fu la creazione del palazzo all'italiana: una tipologia architettonica con tre elevazioni, senza balcone, con piani separati da marcapiani e finestre incorniciate da lesene. Questo stile diventerà il modello per tutti i palazzi signorili italiani.
💡 Curiosità: Alberti scrisse tre trattati fondamentali: "De pictura" (sulla pittura), "De statua" (sulla scultura) e "De re aedificatoria" (sull'architettura), diventando il primo grande teorico dell'arte rinascimentale.
I suoi trattati spiegano tutto: dalla prospettiva in pittura agli strumenti per misurare le statue, fino ai principi base dell'architettura (le colonne sostengono la trabeazione, gli archi poggiano sui pilastri).