Il Tempio Malatestiano: Quando l'antico incontra il moderno
Nel 1450 Alberti ricevette una commissione che fece scalpore: trasformare la chiesa gotica di San Francesco a Rimini nel Tempio Malatestiano per Sigismondo Pandolfo Malatesta. Il risultato fu così "pagano" che Papa Pio II lo definì "un tempio di adoratori di demoni"!
Il progetto di Alberti fu geniale: invece di abbattere la struttura gotica esistente, la rivestì completamente con marmo, rispettando le preesistenze. L'interno rimase a navata unica con cappelle laterali, ma l'esterno divenne completamente nuovo.
La facciata ispirata agli archi trionfali romani poggia su un basamento decorato con ghirlande contenenti i simboli dei Malatesta: l'elefante, le lettere "I" e "S" intrecciate, scacchi e il fiore d'Isotta. Sui lati si aprono sette arcate: quelle di destra ospitano le tombe dei signori di Rimini.
Dettaglio architettonico: Alberti aveva progettato una cupola emisferica che non fu mai costruita. Sappiamo com'era grazie a una medaglia di Matteo de Pasti!
La facciata rimase incompiuta, ma l'ordine inferiore mostra chiaramente l'ispirazione romana con le sue proporzioni perfette.