La Polis e il Tempio Greco
L'antica Grecia attraversò importanti trasformazioni dal XII al V secolo a.C., passando dalla città-fortezza alla polis, un organismo politico autonomo formato da una città e dal territorio agricolo circostante.
La polis era strutturata in quattro aree principali: l'acropoli (parte alta con funzione religiosa, dove si trovavano templi e santuari), l'asty (centro abitato con case e botteghe), l'agorà (piazza centrale per commercio e assemblee) e la chora (territorio agricolo circostante).
Durante l'età arcaica si svilupparono le prime costruzioni monumentali, in particolare i templi. Inizialmente costruiti in legno e successivamente in pietra o marmo, i templi greci erano considerati la dimora terrena degli dei e seguivano una struttura precisa.
💡 I templi greci non erano luoghi di culto per le masse come le chiese moderne, ma dimore per le divinità. I fedeli rimanevano all'esterno, mentre solo i sacerdoti potevano accedere all'interno.
Il tempio greco era composto da elementi strutturali ben definiti: il naos (cella centrale con la statua della divinità), il pronao (spazio porticato antistante), l'opistodomo (spazio retrostante), le ante (pilastri quadrangolari), la peristasi (portico esterno) e il crepidoma (i tre gradini di base) con lo stilobate (gradino superiore su cui poggiano le colonne).
In base alla disposizione di questi elementi, i templi potevano essere classificati come in antis, doppiamente in antis, prostilo, anfiprostilo, periptero (con una fila di colonne) o diptero (con due file di colonne).